Mogadiscio
La memoria dei piccoli ha un confine
incerto, non sappiamo se ricordano
i luoghi, e fino a quando, e se qualcosa
del cuore hanno lasciato vivo, altrove.
La memoria dei piccoli trattiene
di certo qualche immagine, tuo padre
ora è lontano e certo ti ricorda
e sa che tu non l’hai dimenticato.
La tenda e il campo, tutto è provvisorio,
la vicenda di molti si è fermata
in questo spazio aperto, in questa terra
presa da tanti, amata da nessuno.
Ricordi la città? Piazza e mercato,
poco più avanti c’era la mia casa.
Il libro raccoglie settanta sonetti di Francesco Giuntini. In questi lavori, che il poeta ha deciso di tradurre personalmente in inglese, egli dà voce a tutti gli aspetti scottanti e toccanti del reale: da Gaza a Guantanamo, dal testamento biologico agli OGM, da Al Qaeda all’uranio impoverito. Ogni cosa, cui è ceduta la parola, diventa protagonista, parlando del proprio mondo interiore, di solito inascoltato, come accade per la materia inanimata e silente. I neutrini, gli organismi geneticamente modificati, i microchips, i malati terminali in stato vegetativo, You Tube, ogni elemento del micro o del macro cosmo, ogni fenomeno sociale o astratto trova qui un luogo d’accoglienza. Il libro, organizzato in sei sezioni (Carnevale a Venezia, Groenlandia, Dal Palazzo di Vetro, Sul delta del Niger, Il cambio dello Yen, Terra del fuoco), è stato pensato come una sequenza di immagini provenienti da tutto il mondo, quasi come un telegiornale muto in cui sono le cose stesse a raccontare, senza l’intrusione o il giudizio di una voce esterna. Rinunciando a sé, il poeta diventa onnipresente, ma invisibile. La sua parola lenisce, nella compartecipazione al medesimo destino di colpa e di espiazione, le ferite prodotte dall’arroganza e dal cieco punto di vista di chi è portato a infrangere continuamente il senso del limite, anche quello che separa la vita dalla morte.
La memoria dei piccoli ha un confine
incerto, non sappiamo se ricordano
i luoghi, e fino a quando, e se qualcosa
del cuore hanno lasciato vivo, altrove.
La memoria dei piccoli trattiene
di certo qualche immagine, tuo padre
ora è lontano e certo ti ricorda
e sa che tu non l’hai dimenticato.
La tenda e il campo, tutto è provvisorio,
la vicenda di molti si è fermata
in questo spazio aperto, in questa terra
presa da tanti, amata da nessuno.
Ricordi la città? Piazza e mercato,
poco più avanti c’era la mia casa.
Il libro raccoglie settanta sonetti di Francesco Giuntini. In questi lavori, che il poeta ha deciso di tradurre personalmente in inglese, egli dà voce a tutti gli aspetti scottanti e toccanti del reale: da Gaza a Guantanamo, dal testamento biologico agli OGM, da Al Qaeda all’uranio impoverito. Ogni cosa, cui è ceduta la parola, diventa protagonista, parlando del proprio mondo interiore, di solito inascoltato, come accade per la materia inanimata e silente. I neutrini, gli organismi geneticamente modificati, i microchips, i malati terminali in stato vegetativo, You Tube, ogni elemento del micro o del macro cosmo, ogni fenomeno sociale o astratto trova qui un luogo d’accoglienza. Il libro, organizzato in sei sezioni (Carnevale a Venezia, Groenlandia, Dal Palazzo di Vetro, Sul delta del Niger, Il cambio dello Yen, Terra del fuoco), è stato pensato come una sequenza di immagini provenienti da tutto il mondo, quasi come un telegiornale muto in cui sono le cose stesse a raccontare, senza l’intrusione o il giudizio di una voce esterna. Rinunciando a sé, il poeta diventa onnipresente, ma invisibile. La sua parola lenisce, nella compartecipazione al medesimo destino di colpa e di espiazione, le ferite prodotte dall’arroganza e dal cieco punto di vista di chi è portato a infrangere continuamente il senso del limite, anche quello che separa la vita dalla morte.
Mogadishu
Children’s memory has a borderline
unsettled, we don’t know whether they can
recall the places, and for how long,
or if there’s something they left dear to their heart
elsewhere alive. Children’s memory retains
for certain some images, now your father
is far away, he sure remembers you
and he knows that you didn’t forget him.
This camp and our tent, all is provisional,
and the story of a crowd made a stop here
inside this open space, this foreign land
taken by many people, loved by none.
Do you remember your town? The square, the market,
a little further on there was my home.
Here is a collection of seventy sonnets by Francesco Giuntini. This work, purposefully translated into English by the poet himself, gives a voice to all the burning and touching aspects of reality: from Gaza to Guantanamo, from biological testimonies to the OGM, from Al Qaeda to poor-qualty uranium. Every thing which yields to the word becomes a protagonist, describing its own internal world, often ignored as happens with silent, inanimate objects. Neutrons, genetically modified organisms, microchips, the terminally ill who have fallen into a vegetative state, You Tube, every element of the micro- and macrocosm, every social or abstract phenomenon - all these things find their own place here. The book, organized in six sections (Carnival in Venice, Greenland, From the Glass House, On the Niger Delta, The Yen Exchange, and Tierra del Fuego), was conceived as a sequence of images from all over the world, almost like a televised news show on mute in which the images themselves tell the story without the intrusion or judgement of an external voice. Renouncing himself, the poet becomes omnipresent and invisible. His words, with an intermingling of both blame and atonement, soothe the wounds created by the arrogance and blind attitudes of those who continually come to surpass the wisdom of limits - even those that separate life from death.
Children’s memory has a borderline
unsettled, we don’t know whether they can
recall the places, and for how long,
or if there’s something they left dear to their heart
elsewhere alive. Children’s memory retains
for certain some images, now your father
is far away, he sure remembers you
and he knows that you didn’t forget him.
This camp and our tent, all is provisional,
and the story of a crowd made a stop here
inside this open space, this foreign land
taken by many people, loved by none.
Do you remember your town? The square, the market,
a little further on there was my home.
Here is a collection of seventy sonnets by Francesco Giuntini. This work, purposefully translated into English by the poet himself, gives a voice to all the burning and touching aspects of reality: from Gaza to Guantanamo, from biological testimonies to the OGM, from Al Qaeda to poor-qualty uranium. Every thing which yields to the word becomes a protagonist, describing its own internal world, often ignored as happens with silent, inanimate objects. Neutrons, genetically modified organisms, microchips, the terminally ill who have fallen into a vegetative state, You Tube, every element of the micro- and macrocosm, every social or abstract phenomenon - all these things find their own place here. The book, organized in six sections (Carnival in Venice, Greenland, From the Glass House, On the Niger Delta, The Yen Exchange, and Tierra del Fuego), was conceived as a sequence of images from all over the world, almost like a televised news show on mute in which the images themselves tell the story without the intrusion or judgement of an external voice. Renouncing himself, the poet becomes omnipresent and invisible. His words, with an intermingling of both blame and atonement, soothe the wounds created by the arrogance and blind attitudes of those who continually come to surpass the wisdom of limits - even those that separate life from death.
Polistampa, 2009
Pagine: 96
Caratteristiche: br.
paperback
Formato: 15x23
ISBN: 978-88-596-0604-8
Settore: