Nel 1995 alcuni consulenti psichiatri delle carceri italiane cominciano a teorizzare ciò che la pratica suggeriva circa la crescita inarrestabile, per quantità e qualità, della sofferenza psichica reclusa. Il 2008, con il DPCM del giorno I aprile, ha infine tenuto a battesimo il transito della gestione della salute penitenziaria agli organi della salute. In coincidenza con un così importante cambiamento diviene impellente la necessità di conoscere la consistenza e la qualità dei problemi psicopatologici che le Aziende Sanitarie si troveranno a fronteggiare. Non essendo stati effettuati nel frattempo analoghi studi nel settore e poiché nessun organismo istituzionale si era preso la briga di sostenere il lavoro metodologico preliminare alla pubblicazione della ricerca, «Il reo e il folle» ha deciso di ospitarne la stampa. Accanto agli elaborati dello studio, che includono il piano esecutivo, il lavoro di presentazione dei risultati e la tesi di un giovane ricercatore, questo doppio numero della rivista raccoglie altri materiali che fanno da sfondo al tema, quale è la disamina della popolazione psichiatrica seguita nel carcere fiorentino dal Servizio Psichiatrico Interno tra il 2000 e il 2006.
Non meno significativi gli scritti che dal 1999 al 2007 presentano, rispettivamente, il punto di vista all’epoca avveniristico circa la clinica psicopatologica penitenziaria, la teorizzazione del concetto e delle pratiche di coazione benigna profondamente utili alla migliore presa in carico della malattia presente in carcere, e la necessità di introdurre una competenza culturologica nei settori di salute mentale pubblica.
Testi di Luca Abrardi, Alfiero Arena, Carlo Biondi, Gemma Brandi, Alessio Dani, Donatella Donati, Maurizio Ferrara, Michele Frigieri, Rosa Gervasi, Cosimo Giordano, Mario Iannucci, Gian Franco Placidi, Paolo Rossi Prodi, Franco Scarpa, Rodolfo Tomasi
Illustrazioni di Pier Giuseppe Moroni
Nel 1995 alcuni consulenti psichiatri delle carceri italiane cominciano a teorizzare ciò che la pratica suggeriva circa la crescita inarrestabile, per quantità e qualità, della sofferenza psichica reclusa. Il 2008, con il DPCM del giorno I aprile, ha infine tenuto a battesimo il transito della gestione della salute penitenziaria agli organi della salute. In coincidenza con un così importante cambiamento diviene impellente la necessità di conoscere la consistenza e la qualità dei problemi psicopatologici che le Aziende Sanitarie si troveranno a fronteggiare. Non essendo stati effettuati nel frattempo analoghi studi nel settore e poiché nessun organismo istituzionale si era preso la briga di sostenere il lavoro metodologico preliminare alla pubblicazione della ricerca, «Il reo e il folle» ha deciso di ospitarne la stampa. Accanto agli elaborati dello studio, che includono il piano esecutivo, il lavoro di presentazione dei risultati e la tesi di un giovane ricercatore, questo doppio numero della rivista raccoglie altri materiali che fanno da sfondo al tema, quale è la disamina della popolazione psichiatrica seguita nel carcere fiorentino dal Servizio Psichiatrico Interno tra il 2000 e il 2006.
Non meno significativi gli scritti che dal 1999 al 2007 presentano, rispettivamente, il punto di vista all’epoca avveniristico circa la clinica psicopatologica penitenziaria, la teorizzazione del concetto e delle pratiche di coazione benigna profondamente utili alla migliore presa in carico della malattia presente in carcere, e la necessità di introdurre una competenza culturologica nei settori di salute mentale pubblica.
Testi di Luca Abrardi, Alfiero Arena, Carlo Biondi, Gemma Brandi, Alessio Dani, Donatella Donati, Maurizio Ferrara, Michele Frigieri, Rosa Gervasi, Cosimo Giordano, Mario Iannucci, Gian Franco Placidi, Paolo Rossi Prodi, Franco Scarpa, Rodolfo Tomasi
Illustrazioni di Pier Giuseppe Moroni
Polistampa, 2008
Pagine: 200
Caratteristiche: 2 coperte, ill. b/n e col., 16 tavv. col. f.t., br.
Formato: 17x24
ISBN:
Testata: Il reo e il folle
Settori: