Lo studio delle opere di Piero Chiara (1913-1986) e Lucio Mastronardi (1930-1979) parte dall’esame di un topos della cultura novecentesca italiana: il caffè, ma non il caffè letterario, bensì quello della quotidianità, in particolare quello della provincia italiana a cavallo del secolo scorso. Quel caffè, così centrale nei loro scritti, è per Chiara e Mastronardi zona franca, spazio di crescita democratica e palestra retorica in cui gli avventori hanno la possibilità e tentano di guadagnare preminenza e rispetto, contando sulla loro volontà ed intelligenza.
Protagonista dei romanzi e racconti di Chiara e Mastronardi, il caffè diventa mezzo privilegiato per entrare nelle officine letterarie dei due scrittori. Nell’esame delle loro opere, altri autori entrano in gioco come modelli ed interlocutori letterari, soprattutto Pirandello e Moravia. Altri scrittori con gradi e forme di interesse diversi per il caffè e la provincia (Sereni, Slataper, Delfini, Brancati e Bianciardi) sono ricordati in relazione ai due autori studiati. Le avventure nei caffè della provincia lombarda raccontate da Chiara e Mastronardi mostrano la ricchezza narrativa che una solo apparentemente povera provincia, se osservata con intelligenza e passione, riesce a consegnare al lettore, esaltando la dimensione di reale di quello spazio che Ortega y Gasset riteneva il più adatto per la letteratura.
Aldilà delle differenze stilistiche tra Chiara e Mastronardi, ciò che colpisce nell’esame delle loro opere è l’importanza che entrambi attribuiscono al raccontare, non solo come bisogno personale ma come attività di valore etico.
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Lo studio delle opere di Piero Chiara (1913-1986) e Lucio Mastronardi (1930-1979) parte dall’esame di un topos della cultura novecentesca italiana: il caffè, ma non il caffè letterario, bensì quello della quotidianità, in particolare quello della provincia italiana a cavallo del secolo scorso. Quel caffè, così centrale nei loro scritti, è per Chiara e Mastronardi zona franca, spazio di crescita democratica e palestra retorica in cui gli avventori hanno la possibilità e tentano di guadagnare preminenza e rispetto, contando sulla loro volontà ed intelligenza.
Protagonista dei romanzi e racconti di Chiara e Mastronardi, il caffè diventa mezzo privilegiato per entrare nelle officine letterarie dei due scrittori. Nell’esame delle loro opere, altri autori entrano in gioco come modelli ed interlocutori letterari, soprattutto Pirandello e Moravia. Altri scrittori con gradi e forme di interesse diversi per il caffè e la provincia (Sereni, Slataper, Delfini, Brancati e Bianciardi) sono ricordati in relazione ai due autori studiati. Le avventure nei caffè della provincia lombarda raccontate da Chiara e Mastronardi mostrano la ricchezza narrativa che una solo apparentemente povera provincia, se osservata con intelligenza e passione, riesce a consegnare al lettore, esaltando la dimensione di reale di quello spazio che Ortega y Gasset riteneva il più adatto per la letteratura.
Aldilà delle differenze stilistiche tra Chiara e Mastronardi, ciò che colpisce nell’esame delle loro opere è l’importanza che entrambi attribuiscono al raccontare, non solo come bisogno personale ma come attività di valore etico.
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Mauro Pagliai, 2008
Pagine: 240
Caratteristiche: br.
Formato: 14x21
ISBN: 978-88-564-0047-2
Collana:
Italianistica nel mondo, 2
Settore:
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