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Lo stupore del bello

Lineamenti di una filosofia estetica

11,05 € 13,00
Qt

Il volume raccoglie una serie di saggi e si pone come spettro filosofico sul senso della bellezza, recuperando all’estetica una legittimità teoretica, in virtù di una rivisitazione del valore ontologico che essa assume e che si pone oltre ogni possibile moda.
La bellezza in quanto categoria filosofica affonda, infatti, le proprie radici in un itinerario sapienziale che, da un lato evidenzia la grandezza del pensiero tendente all’ulteriorità, mentre dall’altro ne dice la sua mendicanza, la povertà che lo muove sempre verso orizzonti inediti. Proprio per questo motivo essa diviene, nel percorso di questi saggi, la questione di confine fra due discipline così simili per affinità elettiva e pure così autonome: filosofia e teologia. Sulla base di essa vengono, infatti rivisitate istanze come la corporeità e l’incarnazione, il rito nella sua simbologia antropologica e teologica, il linguaggio come opera di verità che, della bellezza, è sorella. Tuttavia, senza mai sconfinamenti, entrambe disegnano un paesaggio nuovo, denunciando come il pensiero filosofico sia un’immensa metafora che suggerisce l’indicibile e come il pensiero teologico si nutra di una continua analogia per evidenziare il senso della bellezza come rivelazione e ferita profondamente inferta nel tessuto della ragione tanto da guarirla proprio nella sua impossibilità di venir richiusa, anzi è proprio essa che, sbilanciando sull’altrove lo stesso pensiero, lo riconsegna alla sua dignità. 

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Il volume raccoglie una serie di saggi e si pone come spettro filosofico sul senso della bellezza, recuperando all’estetica una legittimità teoretica, in virtù di una rivisitazione del valore ontologico che essa assume e che si pone oltre ogni possibile moda.
La bellezza in quanto categoria filosofica affonda, infatti, le proprie radici in un itinerario sapienziale che, da un lato evidenzia la grandezza del pensiero tendente all’ulteriorità, mentre dall’altro ne dice la sua mendicanza, la povertà che lo muove sempre verso orizzonti inediti. Proprio per questo motivo essa diviene, nel percorso di questi saggi, la questione di confine fra due discipline così simili per affinità elettiva e pure così autonome: filosofia e teologia. Sulla base di essa vengono, infatti rivisitate istanze come la corporeità e l’incarnazione, il rito nella sua simbologia antropologica e teologica, il linguaggio come opera di verità che, della bellezza, è sorella. Tuttavia, senza mai sconfinamenti, entrambe disegnano un paesaggio nuovo, denunciando come il pensiero filosofico sia un’immensa metafora che suggerisce l’indicibile e come il pensiero teologico si nutra di una continua analogia per evidenziare il senso della bellezza come rivelazione e ferita profondamente inferta nel tessuto della ragione tanto da guarirla proprio nella sua impossibilità di venir richiusa, anzi è proprio essa che, sbilanciando sull’altrove lo stesso pensiero, lo riconsegna alla sua dignità. 

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Polistampa, 2008

Pagine: 176

Caratteristiche: br.

paperback

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-596-0460-0

Collana:
Il Diaspro | Piccola Biblioteca de la Fortezza, 4

Settori: