
Catalogo della omonima mostra: Firenze, Villa Bardini, 15 luglio - 28 settembre 2008.
Le fotografie di George Tatge sono come apparizioni. Esse re-visionano gli oggetti selezionati e la selezione stessa, la sintassi del fotografo, è al contempo classica e stravagante, capace di rompere attraverso la sorpresa l’ordine compositivo spesso ieratico degli oggetti. Una roccia ruvida in primo piano sul fianco di una collina bilancia il proprio peso con la sottile silhouette di un albero contro l’orizzonte; nella distanza che li separa, questi elementi rappresentano il minerale e l’organico, due aspetti essenziali dell’infinità della natura. Fotografare la natura nel XXI secolo è particolarmente difficile. Tatge, come molti americani oltre cent’anni prima di lui, è stato sedotto dall’Italia come soggetto, e si è sforzato registrarne quell’elemento magico sopravvissuto nella terra in cui Henry James trovò “vecchie cose rese dolci dall’età… con la natura che aiuta il tempo allo stesso modo in cui una dolce, instancabile e ingenua sorella aspetta un fratello dalle membra stanche e dalla vista debole che siede con la schiena appoggiata ad un muro riscaldato dal sole”. (Barbara Novak)
Testi di: Barbara Novak, Jane Livingstone, George Tatge
Traduzioni di: Erika Pauli Bizzarri, Nicoletta Leonardi, Fabio Palmiri
Le fotografie di George Tatge sono come apparizioni. Esse re-visionano gli oggetti selezionati e la selezione stessa, la sintassi del fotografo, è al contempo classica e stravagante, capace di rompere attraverso la sorpresa l’ordine compositivo spesso ieratico degli oggetti. Una roccia ruvida in primo piano sul fianco di una collina bilancia il proprio peso con la sottile silhouette di un albero contro l’orizzonte; nella distanza che li separa, questi elementi rappresentano il minerale e l’organico, due aspetti essenziali dell’infinità della natura. Fotografare la natura nel XXI secolo è particolarmente difficile. Tatge, come molti americani oltre cent’anni prima di lui, è stato sedotto dall’Italia come soggetto, e si è sforzato registrarne quell’elemento magico sopravvissuto nella terra in cui Henry James trovò “vecchie cose rese dolci dall’età… con la natura che aiuta il tempo allo stesso modo in cui una dolce, instancabile e ingenua sorella aspetta un fratello dalle membra stanche e dalla vista debole che siede con la schiena appoggiata ad un muro riscaldato dal sole”. (Barbara Novak)
Testi di: Barbara Novak, Jane Livingstone, George Tatge
Traduzioni di: Erika Pauli Bizzarri, Nicoletta Leonardi, Fabio Palmiri
George Tatge’s photographs are apparitional.They re-vision the objects he selects and that selection, the photographer’s syntax, is at once classical and idiosyncratic, their often hieratic compositional order ruptured by surprise.A craggy rock in the foreground of a hillside balances its weight against the silhouette of a tree against the horizon above, and between them, they register mineral versus organic, two essential aspects of nature’s infinity. To photograph nature in the twenty-first century is especially difficult. Tatge, like so many Americans over a hundred years before him, has been seduced by Italy as subject, and contrived to register a magic that has endured in a land where Henry James found “ancient things made sweet by their age… with Nature helping Time, very much as a tender, sunwearied, ingenuous sister waits upon a brother, heavy of limb and dim of sight, who sits with his back against a sun-warmed wall”. (Barbara Novak)
Texts by: Barbara Novak, Jane Livingstone, George Tatge
Translation by: Erika Pauli Bizzarri, Nicoletta Leonardi, Fabio Palmiri
Texts by: Barbara Novak, Jane Livingstone, George Tatge
Translation by: Erika Pauli Bizzarri, Nicoletta Leonardi, Fabio Palmiri
Polistampa, 2008
A cura di:
Pagine: 112
Caratteristiche: ill. b/n, br.
col ills, paperback
Formato: 24,5x28
ISBN: 978-88-596-0409-9
Settore:
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