8 giugno 1944, nella frazione di Pievecchia a Pontassieve si scrive una tragica pagina dell’occupazione nazista. Un’azione dei partigiani, uno scontro, la rappresaglia. Ennesima puntata del martirio della Toscana, la terra che ha pagato di più in termini di stragi di civili e di morti senza colpa, donne, bambini, vecchi.
“Massimo – scrive nell’introduzione il presidente del consiglio regionale Nencini – ne fa una ricostruzione capillare e documentata, non agiografica, secca nel suo stile giornalistico, martellante. Il ricordo dei defunti non viene lasciato alle sole lapidi. L’autore ne ricostruisce in breve la vita, chi sono, che mestiere praticano, dove abitano con le loro famiglie. Chi legge diventa persona e si riconosce attraverso storie singole abbozzate con linearità. I morti erano vivi, il loro nome ha un’origine e una storia d’un tratto stroncata per rappresaglia. Efficace anche la narrazione su quanto accade dopo la strage, le commemorazioni, il ricordo inciso nella memoria di chi viene senza conoscere, senza sapere, senza aver visto, un modo per significare quanto sia necessario ‘non dimenticare’ perché la libertà – le parole sono di Mario Luzi – ‘ è una palestra nella quale andare ogni giorno a faticare’. Questo lavoro di Massimo Biagioni mostra maturità e sicurezza nel manipolare l’argilla degli eventi, ed una sensibilità figlia della conoscenza. Un libro corale che lascia parlare i protagonisti del tempo. Una rarità di questi tempi”.
Formato PDF
8 giugno 1944, nella frazione di Pievecchia a Pontassieve si scrive una tragica pagina dell’occupazione nazista. Un’azione dei partigiani, uno scontro, la rappresaglia. Ennesima puntata del martirio della Toscana, la terra che ha pagato di più in termini di stragi di civili e di morti senza colpa, donne, bambini, vecchi.
“Massimo – scrive nell’introduzione il presidente del consiglio regionale Nencini – ne fa una ricostruzione capillare e documentata, non agiografica, secca nel suo stile giornalistico, martellante. Il ricordo dei defunti non viene lasciato alle sole lapidi. L’autore ne ricostruisce in breve la vita, chi sono, che mestiere praticano, dove abitano con le loro famiglie. Chi legge diventa persona e si riconosce attraverso storie singole abbozzate con linearità. I morti erano vivi, il loro nome ha un’origine e una storia d’un tratto stroncata per rappresaglia. Efficace anche la narrazione su quanto accade dopo la strage, le commemorazioni, il ricordo inciso nella memoria di chi viene senza conoscere, senza sapere, senza aver visto, un modo per significare quanto sia necessario ‘non dimenticare’ perché la libertà – le parole sono di Mario Luzi – ‘ è una palestra nella quale andare ogni giorno a faticare’. Questo lavoro di Massimo Biagioni mostra maturità e sicurezza nel manipolare l’argilla degli eventi, ed una sensibilità figlia della conoscenza. Un libro corale che lascia parlare i protagonisti del tempo. Una rarità di questi tempi”.
Formato PDF
Polistampa, 2008
Pagine: 216
Caratteristiche: ill. b/n e col., br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-596-0412-9
Collana:
Memorie di pace e di guerra, 6
Settore: