Il film della coppia Bertolucci-Benigni è un’inesauribile fonte di spunti e interessi, di immagini e ricordi. Ma in filigrana è anche un documento sulla realtà storico sociale della fine degli anni ’70, sulla transizione problematica dalla cultura contadina a quella industriale. In quanto tale consente di attuare un confronto con l’oggi per capire come quei luoghi, le persone, i costumi e le idee siano cambiati in trent’anni di storia. Oltre a uno sconfinato affetto per la pellicola, è stata appunto questa la molla che ha spinto gli autori a rituffarsi nella sua scia creativa, intervistando i protagonisti, riportandoli sui luoghi dei set, ricostruendo con loro la genesi dell’opera e riflettendo sui cambiamenti intervenuti.
Accanto all’interesse da “archeologia cinematografica” (come gli storici chiamano questo genere di confronti), lo sguardo degli autori è ovviamente tornato anche sull’opera, inesorabilmente attratto dalla sua virulenza comica, per saccheggiarne monologhi e battute, e restituirli al piacere del lettore. Travolti dalla forza incontenibile della pellicola e contagiati dal suo spirito scanzonato gli autori si son così persuasi a compiere un’operazione inedita, più ardita, mischiando il serio con il faceto. Attraverso la rielaborazione dei suoi fotogrammi hanno animato graficamente i mille volti dei personaggi del film che attaccati alle loro battute sembrano tornare a vivere sulla pagina. Così facendo il libro diventa esso stesso oggetto autonomo, come se in qualche misura raccontasse in maniera nuova la storia di Berlinguer ti voglio bene.
L’operazione rende il libro piacevole e divertente, a tratti travolgente nelle sue invenzioni grafiche in grado di rendere ed esaltare la flagranza dei pezzi più esilaranti del film. Il risultato è godibile per tutti, cultori e non della storica pellicola, e riesce a restituirci il piacere di Berlinguer ti voglio bene e il senso del cambiamento epocale che è avvenuto in questo pezzo di Toscana.
Il film della coppia Bertolucci-Benigni è un’inesauribile fonte di spunti e interessi, di immagini e ricordi. Ma in filigrana è anche un documento sulla realtà storico sociale della fine degli anni ’70, sulla transizione problematica dalla cultura contadina a quella industriale. In quanto tale consente di attuare un confronto con l’oggi per capire come quei luoghi, le persone, i costumi e le idee siano cambiati in trent’anni di storia. Oltre a uno sconfinato affetto per la pellicola, è stata appunto questa la molla che ha spinto gli autori a rituffarsi nella sua scia creativa, intervistando i protagonisti, riportandoli sui luoghi dei set, ricostruendo con loro la genesi dell’opera e riflettendo sui cambiamenti intervenuti.
Accanto all’interesse da “archeologia cinematografica” (come gli storici chiamano questo genere di confronti), lo sguardo degli autori è ovviamente tornato anche sull’opera, inesorabilmente attratto dalla sua virulenza comica, per saccheggiarne monologhi e battute, e restituirli al piacere del lettore. Travolti dalla forza incontenibile della pellicola e contagiati dal suo spirito scanzonato gli autori si son così persuasi a compiere un’operazione inedita, più ardita, mischiando il serio con il faceto. Attraverso la rielaborazione dei suoi fotogrammi hanno animato graficamente i mille volti dei personaggi del film che attaccati alle loro battute sembrano tornare a vivere sulla pagina. Così facendo il libro diventa esso stesso oggetto autonomo, come se in qualche misura raccontasse in maniera nuova la storia di Berlinguer ti voglio bene.
L’operazione rende il libro piacevole e divertente, a tratti travolgente nelle sue invenzioni grafiche in grado di rendere ed esaltare la flagranza dei pezzi più esilaranti del film. Il risultato è godibile per tutti, cultori e non della storica pellicola, e riesce a restituirci il piacere di Berlinguer ti voglio bene e il senso del cambiamento epocale che è avvenuto in questo pezzo di Toscana.
Nuova Toscana Editrice, 2007
Pagine: 96
Caratteristiche: ill. col., br.
Formato: 24x17
ISBN: 978-88-87263-58-9
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