Secondo Giorgio Mazzanti non può esistere poesia se non come esperienza vissuta dell’umano, “avida e premurosa di cogliere e raccogliere anche la più piccola forma del divino nella carne, ma anche il più piccolo frammento della carne che si indìa, amore umano compreso”.
Attraverso i numerosi componimenti poetici della raccolta, l’autore canta l’incontro del maschile e del femminile come altissima espressione dell’armonia universale. Tuttavia questa ascesa non è senza dramma. L’incontro uomo-donna, la loro unione/fusione passano da sempre per il crogiolo del tempo, nel dolore, nel dubbio, nella solitudine fino alla disperazione. Tutto è labile, mai come in questo tempo l’oggi sfugge e il domani non è ipotizzabile. È difficile ormai anche sognare e ognuno corre la propria corsa solitaria. Ma nulla ci saziò è un dramma corale e polisemico di molteplici presenze e situazioni, su un tempo sfuggente e incontrollabile, un poliedrico/unitario cosmo in movimento che si apre con un preludio per introdurci – quasi con timore e rispetto – in una scena di cui nemmeno l’autore sa l’epilogo, e dunque la segue, quasi gli venga dettata nel momento che la rappresenta:
Stemmo
tra dramma
e attesa
tra ferita
e sogno
[…]
rovistando
nell’ignoto
a tentoni
[…]
Prefazione di Mario Sodi
Secondo Giorgio Mazzanti non può esistere poesia se non come esperienza vissuta dell’umano, “avida e premurosa di cogliere e raccogliere anche la più piccola forma del divino nella carne, ma anche il più piccolo frammento della carne che si indìa, amore umano compreso”.
Attraverso i numerosi componimenti poetici della raccolta, l’autore canta l’incontro del maschile e del femminile come altissima espressione dell’armonia universale. Tuttavia questa ascesa non è senza dramma. L’incontro uomo-donna, la loro unione/fusione passano da sempre per il crogiolo del tempo, nel dolore, nel dubbio, nella solitudine fino alla disperazione. Tutto è labile, mai come in questo tempo l’oggi sfugge e il domani non è ipotizzabile. È difficile ormai anche sognare e ognuno corre la propria corsa solitaria. Ma nulla ci saziò è un dramma corale e polisemico di molteplici presenze e situazioni, su un tempo sfuggente e incontrollabile, un poliedrico/unitario cosmo in movimento che si apre con un preludio per introdurci – quasi con timore e rispetto – in una scena di cui nemmeno l’autore sa l’epilogo, e dunque la segue, quasi gli venga dettata nel momento che la rappresenta:
Stemmo
tra dramma
e attesa
tra ferita
e sogno
[…]
rovistando
nell’ignoto
a tentoni
[…]
Prefazione di Mario Sodi
Polistampa, 2007
Pagine: 112
Caratteristiche: br.
Formato: 12x17
ISBN: 978-88-596-0180-7
Collana:
La Fenice | Collezione di poesia italiana e straniera, 8
Settore: