Antonio Pizzuto e Alberto Mondadori, due protagonisti del Novecento culturale: il primo geniale sperimentatore, inventore di una prosa tra le più ardite del secolo; il secondo editore, intellettuale e poeta, erede della illustre azienda paterna e fondatore a sua volta della casa editrice Il Saggiatore.
Testimonianza di un rapporto affettivo prima ancora che professionale, il loro carteggio offre una prospettiva privilegiata su un ambiente intellettuale floridissimo, al tempo di un’editoria ancora vicina al mecenatismo (“in questo mondaccio, resta un mecenate purissimo”, annota Pizzuto riferendosi a Mondadori) ispirata a ideali di cultura più che a logiche di mercato. Oltre all’epistolario Pizzuto-Mondadori sono pubblicate le lettere dello scrittore a Madeleine Santschi, traduttrice delle sue opere in francese e apprezzata autrice a sua volta. Il volume dà modo di ricostruire molte tappe dell’iter creativo pizzutiano, considerati i costanti aggiornamenti sullo stato elaborativo di molte opere: argomento costante sono le varie stesure e i piani editoriali delle sue ultime opere, Testamento, Pagelle I, Pagelle II, Ultime e Penultime. Per tutti i lettori è l’occasione di avvicinare in modo agevole una tra le figure più ardue della nostra letteratura, come pronostica lo scrittore stesso quando scrive a Mondadori “chi vorrà un Pizzuto accessibile avrà poi l’epistolario” (15 ottobre 1968). È una scrittura, la sua, che comunque non rinuncia mai al proprio estro, neppure nella dimensione informale del carteggio, segno di una inesauribile volontà di ricerca.
Introduzione di Claudio Vela
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Antonio Pizzuto e Alberto Mondadori, due protagonisti del Novecento culturale: il primo geniale sperimentatore, inventore di una prosa tra le più ardite del secolo; il secondo editore, intellettuale e poeta, erede della illustre azienda paterna e fondatore a sua volta della casa editrice Il Saggiatore.
Testimonianza di un rapporto affettivo prima ancora che professionale, il loro carteggio offre una prospettiva privilegiata su un ambiente intellettuale floridissimo, al tempo di un’editoria ancora vicina al mecenatismo (“in questo mondaccio, resta un mecenate purissimo”, annota Pizzuto riferendosi a Mondadori) ispirata a ideali di cultura più che a logiche di mercato. Oltre all’epistolario Pizzuto-Mondadori sono pubblicate le lettere dello scrittore a Madeleine Santschi, traduttrice delle sue opere in francese e apprezzata autrice a sua volta. Il volume dà modo di ricostruire molte tappe dell’iter creativo pizzutiano, considerati i costanti aggiornamenti sullo stato elaborativo di molte opere: argomento costante sono le varie stesure e i piani editoriali delle sue ultime opere, Testamento, Pagelle I, Pagelle II, Ultime e Penultime. Per tutti i lettori è l’occasione di avvicinare in modo agevole una tra le figure più ardue della nostra letteratura, come pronostica lo scrittore stesso quando scrive a Mondadori “chi vorrà un Pizzuto accessibile avrà poi l’epistolario” (15 ottobre 1968). È una scrittura, la sua, che comunque non rinuncia mai al proprio estro, neppure nella dimensione informale del carteggio, segno di una inesauribile volontà di ricerca.
Introduzione di Claudio Vela
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Polistampa, 2007
A cura di:
Pagine: 312
Caratteristiche: ill. b/n, br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-596-0197-5
Collana:
Il Diaspro | Epistolari, 10
Settori:
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