
L’intento di questo lavoro è di affidare alle immagini e alle parole una specifica esperienza artigiana del passato, quella dei costruttori di aratri, detti anche aratolai (da aratolo, antica variante toscana). Si trattava di un’arte perché tale è qualunque attività che comprenda nozioni e tecniche il cui prodotto manuale sia un oggetto specifico, utile a uno scopo e congruamente funzionante.
L’aratro, quello tradizionale in legno e chiamato “comune toscano”, è ormai uno strumento obsoleto, per cui l’autore ne fa una descrizione molto curata e lo inserisce in un contesto temporale e climatico preciso per lo svolgimento del lavoro della campagna in cui veniva utilizzato.
Il volume è arricchito di numerose illustrazioni e disegni che descrivono l’aratro in ogni sua parte, anche nella più piccola, e che permetterebbero a qualunque ardimentoso di costruire da solo un vero e proprio ‘aratolo’ toscano.
L’intento di questo lavoro è di affidare alle immagini e alle parole una specifica esperienza artigiana del passato, quella dei costruttori di aratri, detti anche aratolai (da aratolo, antica variante toscana). Si trattava di un’arte perché tale è qualunque attività che comprenda nozioni e tecniche il cui prodotto manuale sia un oggetto specifico, utile a uno scopo e congruamente funzionante.
L’aratro, quello tradizionale in legno e chiamato “comune toscano”, è ormai uno strumento obsoleto, per cui l’autore ne fa una descrizione molto curata e lo inserisce in un contesto temporale e climatico preciso per lo svolgimento del lavoro della campagna in cui veniva utilizzato.
Il volume è arricchito di numerose illustrazioni e disegni che descrivono l’aratro in ogni sua parte, anche nella più piccola, e che permetterebbero a qualunque ardimentoso di costruire da solo un vero e proprio ‘aratolo’ toscano.
Polistampa, 2006
Pagine: 48
Caratteristiche: ill. b/n, br.
ill. b/n, br.
Formato: 17x24
ISBN: 88-596-0097-9
Collana:
Quaderni di Testi e Studi, 4
Settori: