Questo saggio costituisce un utile momento di riflessione e di approfondimento sul complesso e coltissimo rapporto tra Leon Battista Alberti e l’antichità romana. Sviluppando premesse già presenti nel precedente volume Leon Battista Alberti e Roma, apparso in questa stessa collana nel 2003, l’autore ripercorre il metodo di indagine di Alberti, delinea i limiti del suo impegno archeologico e individua numerose e poco frequentate fonti del suo notevole patrimonio culturale. Il risultato del lavoro sull’antico dell’umanista quattrocentesco è una lettura viva e palpitante, particolarmente ricca di umori e profondamente legata alle esperienze e alle aspettative del moderno, proiettata in una visione originale e innovativa che caratterizza nel profondo il personalissimo approccio albertiano all’antichità.
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Questo saggio costituisce un utile momento di riflessione e di approfondimento sul complesso e coltissimo rapporto tra Leon Battista Alberti e l’antichità romana. Sviluppando premesse già presenti nel precedente volume Leon Battista Alberti e Roma, apparso in questa stessa collana nel 2003, l’autore ripercorre il metodo di indagine di Alberti, delinea i limiti del suo impegno archeologico e individua numerose e poco frequentate fonti del suo notevole patrimonio culturale. Il risultato del lavoro sull’antico dell’umanista quattrocentesco è una lettura viva e palpitante, particolarmente ricca di umori e profondamente legata alle esperienze e alle aspettative del moderno, proiettata in una visione originale e innovativa che caratterizza nel profondo il personalissimo approccio albertiano all’antichità.
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Polistampa, 2004
Pagine: 312
Caratteristiche: br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-8304-796-1
Collana:
Biblioteca della Nuova Antologia | Fondazione Spadolini Nuova Antologia, 14
Settori:
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