Il primo numero del quindicinale «Il Mondo» uscì a Firenze il 7 aprile 1945, precedendo di poco «Il Ponte» di Calamandrei ed affiancando sul piano nazionale «La Nuova Europa» di Salvatorelli; gettato sugli automezzi diretti al Nord, fu il primo periodico del centro-sud a raggiungere le zone appena liberate.
Nei 18 mesi di pubblicazioni (cessò nell’ottobre 1946) ne furono instancabili animatori Alessandro Bonsanti, Arturo Loria ed Eugenio Montale, coadiuvati da una vasta schiera di collaboratori d’eccezione fra cui si possono ricordare Carlo Morandi, Giacomo Devoto, Alberto Bertolino, Mario Luzi, Carlo Emilio Gadda, Francesco Calasso, Luigi Russo, Arturo Carlo Jemolo.
Una linea laica, quella della testata, democratico-repubblicana in senso ampio, pervasa da un azionismo peculiare, non esclusivo né insensibile ad altre voci. Rivista fiorentina, ma di una Firenze compatta, che non aveva ancora conosciuto la diaspora degli intellettuali, che manteneva un primato di civiltà in virtù dell’autonomia della cultura. Nessun mito municipalista, ma una Firenze fatta di fiorentini di fuori, di fiorentini di adozione più numerosi ancora, come presenza attiva, di quelli nati sulle rive dell’Arno.
Il periodico nasceva in un ambiente discreto e civile, dove si faceva maggiore attenzione all’autorità, al peso dei contenuti che non alla “commercialità” della testata. Rappresentò il tentativo di elevare i grandi temi del dibattito a un livello meno spicciolo, meno polemico, fedele ad “una certa idea dell’Italia”.
Il primo numero del quindicinale «Il Mondo» uscì a Firenze il 7 aprile 1945, precedendo di poco «Il Ponte» di Calamandrei ed affiancando sul piano nazionale «La Nuova Europa» di Salvatorelli; gettato sugli automezzi diretti al Nord, fu il primo periodico del centro-sud a raggiungere le zone appena liberate.
Nei 18 mesi di pubblicazioni (cessò nell’ottobre 1946) ne furono instancabili animatori Alessandro Bonsanti, Arturo Loria ed Eugenio Montale, coadiuvati da una vasta schiera di collaboratori d’eccezione fra cui si possono ricordare Carlo Morandi, Giacomo Devoto, Alberto Bertolino, Mario Luzi, Carlo Emilio Gadda, Francesco Calasso, Luigi Russo, Arturo Carlo Jemolo.
Una linea laica, quella della testata, democratico-repubblicana in senso ampio, pervasa da un azionismo peculiare, non esclusivo né insensibile ad altre voci. Rivista fiorentina, ma di una Firenze compatta, che non aveva ancora conosciuto la diaspora degli intellettuali, che manteneva un primato di civiltà in virtù dell’autonomia della cultura. Nessun mito municipalista, ma una Firenze fatta di fiorentini di fuori, di fiorentini di adozione più numerosi ancora, come presenza attiva, di quelli nati sulle rive dell’Arno.
Il periodico nasceva in un ambiente discreto e civile, dove si faceva maggiore attenzione all’autorità, al peso dei contenuti che non alla “commercialità” della testata. Rappresentò il tentativo di elevare i grandi temi del dibattito a un livello meno spicciolo, meno polemico, fedele ad “una certa idea dell’Italia”.
Polistampa, 2004
A cura di:
Pagine: 192
Caratteristiche: br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-8304-727-5
Collana:
Biblioteca della Nuova Antologia | Fondazione Spadolini Nuova Antologia, 13
Settori:
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