Gli scrittori sono i migliori conduttori di quella energia rappresentativa da cui irradia l’identità di un popolo, specie l’italiano, una comunità mai stata comune, e di memoria divisa. Un popolo che non ha conosciuto la spontanea uniformità dei più saldi agglomerati nazionali, né si è accentrato entro un unico profilo tipologico. Così che il profilo dell’italiano è accidentato, composito, irregolare. Quella che Croce, in una pagina preliminare della Storia d’Italia, chiamò la «persona nazionale» stinge a fronte della varietà ed effervescenza delle «persone individuali». Il tipo dell’italiano non si sa bene cosa sia, a quale ubicazione ascriverlo, se del nord o del sud, ieratico e solenne come un dannunziano, umile e ironico come un fiorentino dei quartieri. Il libro interroga alcuni esemplari, d’Annunzio, Campana, Brancati, Pratolini, nei paraggi della loro vita più segreta. Anche se l’io intimo di d’Annunzio è pur sempre un io pubblico, di cui tutti sanno. Ognuno di loro è una tappa espressiva nel delineare un’identità collettiva, che si precisa anche in una tendenza alla sobrietà e misura critica della vita.
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Mauro Pagliai, 2004
Pagine: 224
Caratteristiche: br.
Formato: 12x17
ISBN: 978-88-8304-705-3
Collana:
Biblioteca del Caffè | Studi e testi di letteratura italiana e straniera, 2
Settore: