“Arte come ricerca ermetica e crittografica, quella di Francesco Landucci: che, mentre sembrerebbe affidarsi a una sorta di anamorfico manierismo caratterizzato da puntiglioso rigore formale, denuncia l’impegno di un artista strenuamente votato a foggiarsi un proprio stile ‘assoluto’.
Uno stile modulato, in stabili equilibri, su un’idea generale della distribuzione di forme interagenti fra luce e ombra, zone chiare e scure, mediorilievi biancheggianti e scanalature fuligginose: a strutturare, in un sorvegliato gioco di reciprocità volumetriche, l’organica unità dell’opera” (Stefano Lanuzza).
“Arte come ricerca ermetica e crittografica, quella di Francesco Landucci: che, mentre sembrerebbe affidarsi a una sorta di anamorfico manierismo caratterizzato da puntiglioso rigore formale, denuncia l’impegno di un artista strenuamente votato a foggiarsi un proprio stile ‘assoluto’.
Uno stile modulato, in stabili equilibri, su un’idea generale della distribuzione di forme interagenti fra luce e ombra, zone chiare e scure, mediorilievi biancheggianti e scanalature fuligginose: a strutturare, in un sorvegliato gioco di reciprocità volumetriche, l’organica unità dell’opera” (Stefano Lanuzza).
Polistampa, 1997
Pagine: 16
Caratteristiche: ill. b/n, punto met.
ill. b/n, punto met.
Formato: 17x24
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