“Studioso e poeta ostile ad ogni servilismo, dotato di un raro senso del giudizio critico e di un’infallibile intuizione poetica, Ripellino ebbe la buona ventura di unirsi ad una schiera di grandi ricercatori di voci inesplorate, di dissodatori culturali, gente affine a lui nella viva percezione di nuovi valori artistici”. Con queste parole Roman Jakobson commemorava la prematura scomparsa del poeta-slavista siciliano avvenuta nel 1978. Da allora la fortuna di Ripellino presso il pubblico italiano è rimasta ancorata al suo libro di maggior successo, Praga magica, mentre la gran parte della sua vasta opera critica e poetica ha continuato a circolare soltanto in ristretti ambiti accademici o tra le mani di pochi fedeli cultori.
In questo volume sono raccolti una serie di scritti di varia natura e provenienza (poesie, articoli, saggi, recensioni), ma che nel loro insieme testimoniano uno degli aspetti forse meno noti del grande letterato siciliano: l’appassionato interesse per le arti figurative. Ripellino ha saputo accostarsi al mondo della creazione visiva con una spregiudicatezza intellettuale ed una vastità di orizzonti culturali davvero rare nell’Italia del secondo Novecento. Si è occupato di cinema, danza, teatro, circo, moda e soprattutto di pittura (Klee, Chagall, Magritte, Lisickij, Schwitters, Perilli, Vedova, Dorazio, Kolàr, ecc.) lasciandosi liberamente guidare dal proprio gusto e dall’estro creativo del momento. I suoi scritti non hanno dunque pretese di “esattezza scientifica”, né sono frutto di un sapere specialistico; la loro forza risiede proprio nella continua contaminazione di codici e linguaggi diversi, e nel filtro poetico attraverso il quale l’autore seleziona, combina ed interpreta le vicende dell’arte.
Con uno scritto di Achille Perilli.
“Studioso e poeta ostile ad ogni servilismo, dotato di un raro senso del giudizio critico e di un’infallibile intuizione poetica, Ripellino ebbe la buona ventura di unirsi ad una schiera di grandi ricercatori di voci inesplorate, di dissodatori culturali, gente affine a lui nella viva percezione di nuovi valori artistici”. Con queste parole Roman Jakobson commemorava la prematura scomparsa del poeta-slavista siciliano avvenuta nel 1978. Da allora la fortuna di Ripellino presso il pubblico italiano è rimasta ancorata al suo libro di maggior successo, Praga magica, mentre la gran parte della sua vasta opera critica e poetica ha continuato a circolare soltanto in ristretti ambiti accademici o tra le mani di pochi fedeli cultori.
In questo volume sono raccolti una serie di scritti di varia natura e provenienza (poesie, articoli, saggi, recensioni), ma che nel loro insieme testimoniano uno degli aspetti forse meno noti del grande letterato siciliano: l’appassionato interesse per le arti figurative. Ripellino ha saputo accostarsi al mondo della creazione visiva con una spregiudicatezza intellettuale ed una vastità di orizzonti culturali davvero rare nell’Italia del secondo Novecento. Si è occupato di cinema, danza, teatro, circo, moda e soprattutto di pittura (Klee, Chagall, Magritte, Lisickij, Schwitters, Perilli, Vedova, Dorazio, Kolàr, ecc.) lasciandosi liberamente guidare dal proprio gusto e dall’estro creativo del momento. I suoi scritti non hanno dunque pretese di “esattezza scientifica”, né sono frutto di un sapere specialistico; la loro forza risiede proprio nella continua contaminazione di codici e linguaggi diversi, e nel filtro poetico attraverso il quale l’autore seleziona, combina ed interpreta le vicende dell’arte.
Con uno scritto di Achille Perilli.
Polistampa, 2003
A cura di:
Pagine: 210
Caratteristiche: br.
Formato: 15x21
ISBN: 978-88-8304-561-5
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