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Opificio delle Pietre Dure

Eternità e nobiltà di materia

Itinerario artistico fra le pietre policrome

15,30 € 18,00
Il libro è esaurito e potrebbe non tornare disponibile

Saggi di Federico Guidobaldi, Enrico Dolci, Caterina Napoleone, Lorenzo Lazzarini, Annamaria Giusti.

Presentazione di Cristina Acidini.
Introduzione di Maurizio Michelucci.

La frase che dà il titolo al volume è di Giorgio Vasari e centra efficacemente i valori che il Rinascimento riconosceva alle ‘belle pietre’. Ma la storia artistica delle pietre policrome solo in tempi relativamente recenti ha focalizzato su di sé gli studi e le ricerche che merita, in precedenza rimasti marginali nell’ambito della cultura idealistica incline a considerarla genere minore.
Il libro percorre, nei saggi dei cinque autori, un itinerario fra i maggiori episodi della vicenda artistica che vide protagoniste le pietre colorate, e su cui molto ancora rimane da conoscere e dire.
Federico Guidobaldi presenta una ricchissima rassegna dell’opus sectile, ovvero il sofisticato genere musivo in voga nella Roma antica per pavimenti e tarsie parietali, composto da sezioni di marmi policromi dal cui assieme nascevano complessi disegni geometrici e figurali.
È da questo antico e nobile modello che il Rinascimento recuperò l’idea e la tecnica per i “commessi” di marmi o pietre dure, che trovarono nella manifattura dell’Opificio, fondata a Firenze nel 1588, l’epicentro di una produzione destinata a trionfare per tre secoli in tutta Europa, e di cui Annamaria Giusti delinea la brillante parabola. Alle materie prime, ovvero quella straordinaria “tavolozza” di marmi dalle macchie variegate che alimentarono l’arte romana e in seguito, come pezzi di recupero, la passione antiquaria delle epoche a venire, sono dedicati i saggi di Enrico Dolci, sui marmi lunensi, e di Lorenzo Lazzarini, su pietre rare provenienti da lontane province dell’Impero romano. È ancora Enrico Dolci a seguire le tracce della cultura del marmo dalla romanità all’Ottocento, argomento questo ripreso e sviluppato nei due saggi di Caterina Napoleone, che delineano le suggestive vicende del collezionismo di pietre colorate dal ’500 in poi, secondo la duplice e spesso correlata angolazione antiquaria e scientifica.

Saggi di Federico Guidobaldi, Enrico Dolci, Caterina Napoleone, Lorenzo Lazzarini, Annamaria Giusti.

Presentazione di Cristina Acidini.
Introduzione di Maurizio Michelucci.

La frase che dà il titolo al volume è di Giorgio Vasari e centra efficacemente i valori che il Rinascimento riconosceva alle ‘belle pietre’. Ma la storia artistica delle pietre policrome solo in tempi relativamente recenti ha focalizzato su di sé gli studi e le ricerche che merita, in precedenza rimasti marginali nell’ambito della cultura idealistica incline a considerarla genere minore.
Il libro percorre, nei saggi dei cinque autori, un itinerario fra i maggiori episodi della vicenda artistica che vide protagoniste le pietre colorate, e su cui molto ancora rimane da conoscere e dire.
Federico Guidobaldi presenta una ricchissima rassegna dell’opus sectile, ovvero il sofisticato genere musivo in voga nella Roma antica per pavimenti e tarsie parietali, composto da sezioni di marmi policromi dal cui assieme nascevano complessi disegni geometrici e figurali.
È da questo antico e nobile modello che il Rinascimento recuperò l’idea e la tecnica per i “commessi” di marmi o pietre dure, che trovarono nella manifattura dell’Opificio, fondata a Firenze nel 1588, l’epicentro di una produzione destinata a trionfare per tre secoli in tutta Europa, e di cui Annamaria Giusti delinea la brillante parabola. Alle materie prime, ovvero quella straordinaria “tavolozza” di marmi dalle macchie variegate che alimentarono l’arte romana e in seguito, come pezzi di recupero, la passione antiquaria delle epoche a venire, sono dedicati i saggi di Enrico Dolci, sui marmi lunensi, e di Lorenzo Lazzarini, su pietre rare provenienti da lontane province dell’Impero romano. È ancora Enrico Dolci a seguire le tracce della cultura del marmo dalla romanità all’Ottocento, argomento questo ripreso e sviluppato nei due saggi di Caterina Napoleone, che delineano le suggestive vicende del collezionismo di pietre colorate dal ’500 in poi, secondo la duplice e spesso correlata angolazione antiquaria e scientifica.

Polistampa, 2003

A cura di:

Pagine: 272

Caratteristiche: ill. col., br.

ill. col., br.

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-8304-577-6

Settori: