Mino Maccari esordì ventenne come scrittore di racconti e poesie con questo Orgia.
Sono pagine per un lato iscritte nell’ombra di Tozzi, per l’altro in quella di Soffici che, nella cultura toscana e non solo, si era fatto propagandista dei decadenti francesi.
“Se questo libro avesse fortuna ne sarei profondamente sconcertato. Ormai mi sono tanto avvezzato all’idea dell’insuccesso che i miei piani d’azione futura son tutti basati su essa e sul ridicolo di cui mi ricopriranno i miei amici e i miei nemici – meno pochi che mi conoscono. Qualcuno dirà che metto le mani avanti per non cascare: giuro solennemente che non è vero. Sono sicuro che gli unici allori per la mia fronte saranno gli sputi le ingiurie e le ironie dei giudici. Le persone perbene mi daranno del pazzoide o del ciarlatano, gli imbecilli mi stimeranno un imbecille, le signorine un uomo grossolano, i critici un disgraziato, e io non piacerò che a qualche ragazzaccio al quale son venuti a noia i libri dei moderni, i romanzi psicologici, il futurismo e la poesia di Gabriele D’Annunzio. A questa gente io voglio piacere e basta. Dagli altri, che io comincio sul serio a odiare, riceverò con piacere e scandalosa allegria sputi e sassate, per contraccambiarle poi (o Domani! Tu sei la sola ragione della mia esistenza spirituale!) centuplicandole mille e mille volte” (Mino Maccari).
Mino Maccari esordì ventenne come scrittore di racconti e poesie con questo Orgia.
Sono pagine per un lato iscritte nell’ombra di Tozzi, per l’altro in quella di Soffici che, nella cultura toscana e non solo, si era fatto propagandista dei decadenti francesi.
“Se questo libro avesse fortuna ne sarei profondamente sconcertato. Ormai mi sono tanto avvezzato all’idea dell’insuccesso che i miei piani d’azione futura son tutti basati su essa e sul ridicolo di cui mi ricopriranno i miei amici e i miei nemici – meno pochi che mi conoscono. Qualcuno dirà che metto le mani avanti per non cascare: giuro solennemente che non è vero. Sono sicuro che gli unici allori per la mia fronte saranno gli sputi le ingiurie e le ironie dei giudici. Le persone perbene mi daranno del pazzoide o del ciarlatano, gli imbecilli mi stimeranno un imbecille, le signorine un uomo grossolano, i critici un disgraziato, e io non piacerò che a qualche ragazzaccio al quale son venuti a noia i libri dei moderni, i romanzi psicologici, il futurismo e la poesia di Gabriele D’Annunzio. A questa gente io voglio piacere e basta. Dagli altri, che io comincio sul serio a odiare, riceverò con piacere e scandalosa allegria sputi e sassate, per contraccambiarle poi (o Domani! Tu sei la sola ragione della mia esistenza spirituale!) centuplicandole mille e mille volte” (Mino Maccari).
Mauro Pagliai, 2000
Pagine: 96
Caratteristiche: br.
Formato: 13,5x20
ISBN: 978-88-8304-199-0
Collana:
Biblioteca di Letteratura, 2
Settori: