
“Questi tre racconti che Fabio Fantini affida principalmente al palazzeschiano piacere della memoria, costituiscono per me, e forse per molti altri lettori, un suggestivo ‘microcosmo’ nel quale per più ragioni riconosco tracce riconducibili ad un tempo della mia vita che ancora urge nel cerchio dei ricordi, a testimoniare un percorso esistenziale che altrimenti scomparirebbe, segnato com’è dalle ragioni profonde di un disagio che negli anni della maturità ha accompagnato il nostro inquieto e forse insondabile itinerario” (Giorgio Luti).
“Questi tre racconti che Fabio Fantini affida principalmente al palazzeschiano piacere della memoria, costituiscono per me, e forse per molti altri lettori, un suggestivo ‘microcosmo’ nel quale per più ragioni riconosco tracce riconducibili ad un tempo della mia vita che ancora urge nel cerchio dei ricordi, a testimoniare un percorso esistenziale che altrimenti scomparirebbe, segnato com’è dalle ragioni profonde di un disagio che negli anni della maturità ha accompagnato il nostro inquieto e forse insondabile itinerario” (Giorgio Luti).