“In definitiva se la poesia di Irene De Laude Curto avverte profondamente le domande sul futuro della vita e della storia, se registra questa perdita di umano in una contemporaneità convulsa ed enigmatica, se, infine sperimenta il dramma della stessa parola poetica così assoluta e disarmata, tuttavia, ella non smette di ascoltare e vigilare sui molti messaggi di speranza che giungono nel cuore della sua stessa poesia attraverso la natura, l’amore, l’amicizia, la solidarietà con gli emarginati e gli infelici per cui può giustamente cantare: ‘Tra vortici e marosi / e rari fari umani / l’estremo, accorato indugio / è su quel Dio che le sue creature ama’. Dopo tutto, al lettore di queste poesie vengono consegnati una testimonianza e un appello, validi anche per la poesia: dove c’è amore non scende mai la notte poiché l’amore è ascolto e attesa” (Carmelo Mezzasalma).
“In definitiva se la poesia di Irene De Laude Curto avverte profondamente le domande sul futuro della vita e della storia, se registra questa perdita di umano in una contemporaneità convulsa ed enigmatica, se, infine sperimenta il dramma della stessa parola poetica così assoluta e disarmata, tuttavia, ella non smette di ascoltare e vigilare sui molti messaggi di speranza che giungono nel cuore della sua stessa poesia attraverso la natura, l’amore, l’amicizia, la solidarietà con gli emarginati e gli infelici per cui può giustamente cantare: ‘Tra vortici e marosi / e rari fari umani / l’estremo, accorato indugio / è su quel Dio che le sue creature ama’. Dopo tutto, al lettore di queste poesie vengono consegnati una testimonianza e un appello, validi anche per la poesia: dove c’è amore non scende mai la notte poiché l’amore è ascolto e attesa” (Carmelo Mezzasalma).
Polistampa, 2000
Pagine: 64
Caratteristiche: br.
Formato: 14x21
ISBN: 978-88-8304-194-5
Collana:
Sagittaria | I Menabò , 14
Settore: