Alessandro Parronchi, nato a Firenze nel 1914, da sempre riferimento per la cultura fiorentina, è un intellettuale culturalmente completo: celebrato come critico d’arte, è altrettanto famoso per la sua attività di poeta. Con Luzi, Bigongiari e Gatto formò negli anni Trenta la cosiddetta corrente ermetica. Ha pubblicato presso Polistampa numerose opere di poesia, saggi di storia dell’arte, oltre all’importante epistolario con Vasco Pratolini. In Per strade di bosco e di città presenta ordinatamente le sue opere poetiche giovanili (1937-55): I giorni sensibili; I visi; Alone; Un’attesa; Sonno delle stagioni; Addii; In ascolto; Occhi sul presente; Giorno di nozze; Nel bosco; Città; Due affreschi; Ceneri di primavera.
Si chiude il primo tempo di Parronchi; ma di un vero segno di cesura, spiega Luigi Baldacci nella presentazione, non è possibile parlare. Ciò che Pasolini riconobbe vero per Coraggio di vivere (che verrà subito dopo) vale già in pieno per Per strade di bosco e di città: “Dall’agnosticismo ermetico che esauriva l’atto del conoscere nell’atto stesso del poetare, inteso come una forma assoluta, Parronchi qui pare accorgersi di possedere una vita interiore; e che di questa vita interiore egli ha fatto esperienza; e che questa esperienza, infine, è il fatto più importante della sua vita”.
Alessandro Parronchi, nato a Firenze nel 1914, da sempre riferimento per la cultura fiorentina, è un intellettuale culturalmente completo: celebrato come critico d’arte, è altrettanto famoso per la sua attività di poeta. Con Luzi, Bigongiari e Gatto formò negli anni Trenta la cosiddetta corrente ermetica. Ha pubblicato presso Polistampa numerose opere di poesia, saggi di storia dell’arte, oltre all’importante epistolario con Vasco Pratolini. In Per strade di bosco e di città presenta ordinatamente le sue opere poetiche giovanili (1937-55): I giorni sensibili; I visi; Alone; Un’attesa; Sonno delle stagioni; Addii; In ascolto; Occhi sul presente; Giorno di nozze; Nel bosco; Città; Due affreschi; Ceneri di primavera.
Si chiude il primo tempo di Parronchi; ma di un vero segno di cesura, spiega Luigi Baldacci nella presentazione, non è possibile parlare. Ciò che Pasolini riconobbe vero per Coraggio di vivere (che verrà subito dopo) vale già in pieno per Per strade di bosco e di città: “Dall’agnosticismo ermetico che esauriva l’atto del conoscere nell’atto stesso del poetare, inteso come una forma assoluta, Parronchi qui pare accorgersi di possedere una vita interiore; e che di questa vita interiore egli ha fatto esperienza; e che questa esperienza, infine, è il fatto più importante della sua vita”.