Attilio Vallecchi, fondatore della casa editrice che ancora oggi porta il suo nome, inizia la sua attività come tipografo agli albori del ’900. Grazie a riviste quali il «Leonardo», la «Voce», «Lacerba» , «Il Selvaggio», la Vallecchi degli anni Venti si fa portavoce internazionale delle correnti letterarie e filosofiche del primo Novecento. Gli autori che ruotano intorno alla casa editrice, Soffici e Papini, Palazzeschi, Campana, Tozzi, Slataper, Marinetti, Ungaretti, Prezzolini, Viviani, Bargellini e Malaparte, per citarne solo alcuni, formano un inesauribile giacimento culturale di rilevanza europea, insieme a collaboratori artistici come Picasso, De Chirico, Boccioni, Carrà, Rosai. Nel secondo dopoguerra ad Attilio subentra il figlio Enrico, affiancato da nomi illustri della cultura, quali Carlo Bo o Geno Pampaloni. Poi è il tramonto progressivo che tuttavia non impedirà a Enrico di rilevare nuovamente l’azienda nel 1983, dopo averla ceduta nel 1962.
L’ultima acquisizione del marchio risale al 1999, da parte dell’imprenditore teramano Fernando Corona. Senza dimenticare l’originaria vocazione divulgativa, la Vallecchi di oggi dedica molta parte delle proprie risorse al recupero e alla rivalutazione del grande patrimonio librario mondiale. Oltre alle edizioni pregiate a tiratura limitata e alla linea Vallecchi Stile, dedicata a preziose collezioni di penne squisitamente progettate e realizzate, legate a temi importanti della cultura letteraria e artistica europea, la Vallecchi è tornata in libreria recentemente guardando al futuro senza dimenticare i protagonisti che hanno reso leggendario il suo catalogo. Accanto alle ristampe anastatiche di testi introvabili del prezioso archivio storico e alle grandi opere, piccole e raffinate collane spaziano dagli autori che hanno fatto la migliore letteratura del secolo scorso, ai nuovi scenari aperti dal dibattito culturale mondiale contemporaneo, trattati dalle più autorevoli firme italiane e internazionali.