Plinio Tammaro nasce a Napoli il 5 gennaio 1928, ma già all’età di due anni si trasferisce a Roma, dove trascorre l’infanzia insieme alla madre e a sei tra fratelli e sorelle. Seguirà la carriera del padre aviatore a Castiglion del Lago (Civitavecchia, Siena), dove Plinio giunge ancora ragazzo nell’inverno del 1941. Lì frequenta l’Istituto d’Arte e inizia i primi esperimenti artistici. Stregato dal fascino della scultura, inizia a lavorare nella bottega di Ettore Cortigiani, ma soprattutto nello studio dello scultore senese Vico Consorti. Si diploma al Liceo Artistico di Firenze, dove completa gli studi artistici all’Accademia delle Belle Arti, frequentando la sezione di scultura diretta da Romano Romanelli.
Nel 1955 Tammaro esordisce nel mondo dell’arte pubblica con la partecipazione al concorso per la erigenda porta centrale del Duomo di Siena. Sin dagli anni ’60 frequenta i laboratori di Pietrasanta e Carrara e partecipa al clima internazionale creato in Versilia dalla presenza di grandi artisti come Lipchitz, Sorn, Iposteguy e Guttuso, che conosce e frequenta. Nel 1963 presenta all’Accademia delle Arti del Disegno alcuni bozzetti sul tema della tauromachia. Nel 1964 fonda il gruppo artistico fiorentino “Le Proposte” insieme a Delia Betto, Loris Fucini, Carlo Severa e Salvatore Cipolla. Tammaro matura uno stile neorealista, parallelo alle ricerche letterarie di Moravia, Sartre, Pasolini, che entusiasma il grande critico d’arte Mario De Micheli. Negli anni ’80 lavora a Milano, dove apre uno studio vicino a Porta Venezia e successivamente in Corso Buenos Aires, alternando la scultura a incisioni perlopiù a punta secca e ceramolle. Nel decennio successivo partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, tra cui la personale curata da Roberto Sanesi alla Galleria Braidense, la rassegna “Percorso della Scultura Italiana” e la Biennale di scultura a Milano, e la I Internazionale di scultura a Legnano. Questi anni rappresentano per l’artista lo sviluppo di tutta un’esplosione creativa iniziata negli anni Settanta-Ottanta. Attraverso la scultura sviluppa temi in bronzo (La Biccherna, Tuscia, Sibilla arborea, Sibilla del mattino, Le polene, La luna nel pozzo, Sibilla seminante) e temi in legno (Selene e la Sibilla, Sibilla senese, Le stagioni, Le spose felici, Eva incerta, Eva del pescatore).
Purtroppo la salute cagionevole obbliga Plinio a rallentare il ritmo produttivo in questi anni e, a causa dei ricoveri ospedalieri e dei periodi di convalescenza, si sposta da Milano a Siena. Dal punto di vista artistico, il trasferimento lo riavvicina a una dimensione pittorica, grafica, che privilegia i piccoli soggetti. Nonostante la malattia, l’artista continua con tenacia a esporre alla Nazionale di scultura permanente (Milano 1993), alla VII Triennale dell’incisione (Milano 1994), alla Triennale di Milano (1995), alla I Biennale Internazionale d’arte contemporanea di Francavilla (Bari 1998) e all’Arte Fiera (1999). Dal 2000 riprendono le importanti esposizioni antologiche a Firenze, Viterbo e San Quirico d’Orcia.
Dal 2004 al 2007 Tammaro continua la sua produzione pittorica con tele di acrilici, disegni e tele di angeli luminosi. Senza dubbio l’artistaha contribuito a creare una scuola di pensiero e a forgiare giovani allievi e talenti. Morirà dopo un lungo ricovero il 7 agosto 2008, a Siena.
Plinio Tammaro nasce a Napoli il 5 gennaio 1928, ma già all’età di due anni si trasferisce a Roma, dove trascorre l’infanzia insieme alla madre e a sei tra fratelli e sorelle. Seguirà la carriera del padre aviatore a Castiglion del Lago (Civitavecchia, Siena), dove Plinio giunge ancora ragazzo nell’inverno del 1941. Lì frequenta l’Istituto d’Arte e inizia i primi esperimenti artistici. Stregato dal fascino della scultura, inizia a lavorare nella bottega di Ettore Cortigiani, ma soprattutto nello studio dello scultore senese Vico Consorti. Si diploma al Liceo Artistico di Firenze, dove completa gli studi artistici all’Accademia delle Belle Arti, frequentando la sezione di scultura diretta da Romano Romanelli.
Nel 1955 Tammaro esordisce nel mondo dell’arte pubblica con la partecipazione al concorso per la erigenda porta centrale del Duomo di Siena. Sin dagli anni ’60 frequenta i laboratori di Pietrasanta e Carrara e partecipa al clima internazionale creato in Versilia dalla presenza di grandi artisti come Lipchitz, Sorn, Iposteguy e Guttuso, che conosce e frequenta. Nel 1963 presenta all’Accademia delle Arti del Disegno alcuni bozzetti sul tema della tauromachia. Nel 1964 fonda il gruppo artistico fiorentino “Le Proposte” insieme a Delia Betto, Loris Fucini, Carlo Severa e Salvatore Cipolla. Tammaro matura uno stile neorealista, parallelo alle ricerche letterarie di Moravia, Sartre, Pasolini, che entusiasma il grande critico d’arte Mario De Micheli. Negli anni ’80 lavora a Milano, dove apre uno studio vicino a Porta Venezia e successivamente in Corso Buenos Aires, alternando la scultura a incisioni perlopiù a punta secca e ceramolle. Nel decennio successivo partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, tra cui la personale curata da Roberto Sanesi alla Galleria Braidense, la rassegna “Percorso della Scultura Italiana” e la Biennale di scultura a Milano, e la I Internazionale di scultura a Legnano. Questi anni rappresentano per l’artista lo sviluppo di tutta un’esplosione creativa iniziata negli anni Settanta-Ottanta. Attraverso la scultura sviluppa temi in bronzo (La Biccherna, Tuscia, Sibilla arborea, Sibilla del mattino, Le polene, La luna nel pozzo, Sibilla seminante) e temi in legno (Selene e la Sibilla, Sibilla senese, Le stagioni, Le spose felici, Eva incerta, Eva del pescatore).
Purtroppo la salute cagionevole obbliga Plinio a rallentare il ritmo produttivo in questi anni e, a causa dei ricoveri ospedalieri e dei periodi di convalescenza, si sposta da Milano a Siena. Dal punto di vista artistico, il trasferimento lo riavvicina a una dimensione pittorica, grafica, che privilegia i piccoli soggetti. Nonostante la malattia, l’artista continua con tenacia a esporre alla Nazionale di scultura permanente (Milano 1993), alla VII Triennale dell’incisione (Milano 1994), alla Triennale di Milano (1995), alla I Biennale Internazionale d’arte contemporanea di Francavilla (Bari 1998) e all’Arte Fiera (1999). Dal 2000 riprendono le importanti esposizioni antologiche a Firenze, Viterbo e San Quirico d’Orcia.
Dal 2004 al 2007 Tammaro continua la sua produzione pittorica con tele di acrilici, disegni e tele di angeli luminosi. Senza dubbio l’artistaha contribuito a creare una scuola di pensiero e a forgiare giovani allievi e talenti. Morirà dopo un lungo ricovero il 7 agosto 2008, a Siena.