Flora Wiechmann Savioli (Firenze, 27 maggio 1917 - 13 aprile
2011), figlia di genitori valdesi, cresce in un ambiente culturale vivace e
aperto. Dopo il diploma di scuola magistrale, si iscrive alla Facoltà di lingue
che poi abbandona per trasferirsi all’estero. Al suo ritorno a Firenze, nel
1949, incontra Leonardo Savioli, architetto ed artista egli stesso, che sposerà
nel 1950. Questa unione costituisce il terreno su cui si sviluppa l’opera
artistica di Flora Wiechmann. Nel 1958 inizia a disegnare e creare gioielli,
realizzati con metalli non preziosi, con tecniche particolari, senza saldatura,
nella convinzione che sia l’equilibrio di forma, peso e colore che crea la
bellezza di un oggetto. Caratteristica essenziale di questi manufatti sono la
struttura e la composizione; i materiali usati sono l’argento, il bronzo, l’ottone
e semplici metalli, intrecciati fra loro anche con quarzi e cristalli allo
stato naturale. Queste opere sono definite da Lara Vinca Masini “l’esempio più
straordinario di gioielli d’autore”. Alcuni gioielli furono acquistati da Peggy
Guggenheim. Alla fine degli anni ‘60 si dedica alla pittura, alla grafica con
disegni stilizzati, a dipinti astratti e a forme artistiche diverse: composizioni
di materiali naturali e artificiali come fiori secchi, legno, pietre, vetro,
carta. Segue una fase in cui predilige il colore e crea I Grembiuli, tele colme
di pennellate, quasi a riprodurre gli stracci in cui Leonardo Savioli ripuliva
i pennelli nella sua attività di pittore.
Produce 21 piccoli libri, pezzi unici che costituiscono veri e propri “libri d’artista”
in cui figurano disegni ispirati ad opere di artisti famosi. La sua creatività
si esprime anche nella scrittura: è autrice dell’edizione, realizzata con
procedimento fotografico, di pensieri e ricordi della sua vita di artista.
Nel corso degli anni dona sue opere a musei ed istituzioni pubbliche
fiorentine. Nel 1997 lascia 10 dei suoi disegni al Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi; in seguito dona al Museo del Costume, e al Museo degli Argenti in
Palazzo Pitti Firenze la maggior parte dei suoi gioielli, alcuni abiti da lei
disegnati e confezionati e disegni astratti. Nel 1995, in occasione della
mostra dedicata a Leonardo Savioli dall’Archivio di Stato di Firenze crea il gioiello
Omaggio a Leonardo e pubblica nel catalogo della mostra una scelta di scritti
del marito, preceduta da un suo ricordo.
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1982, apre al pubblico interessato la
loro casa e lo studio di fronte alla Certosa del Galluzzo e nel 2008 dona alla Regione
Toscana lo studio, con le opere d’arte e i libri in esso contenuti.
Flora Wiechmann Savioli (Firenze, 27 maggio 1917 - 13 aprile
2011), figlia di genitori valdesi, cresce in un ambiente culturale vivace e
aperto. Dopo il diploma di scuola magistrale, si iscrive alla Facoltà di lingue
che poi abbandona per trasferirsi all’estero. Al suo ritorno a Firenze, nel
1949, incontra Leonardo Savioli, architetto ed artista egli stesso, che sposerà
nel 1950. Questa unione costituisce il terreno su cui si sviluppa l’opera
artistica di Flora Wiechmann. Nel 1958 inizia a disegnare e creare gioielli,
realizzati con metalli non preziosi, con tecniche particolari, senza saldatura,
nella convinzione che sia l’equilibrio di forma, peso e colore che crea la
bellezza di un oggetto. Caratteristica essenziale di questi manufatti sono la
struttura e la composizione; i materiali usati sono l’argento, il bronzo, l’ottone
e semplici metalli, intrecciati fra loro anche con quarzi e cristalli allo
stato naturale. Queste opere sono definite da Lara Vinca Masini “l’esempio più
straordinario di gioielli d’autore”. Alcuni gioielli furono acquistati da Peggy
Guggenheim. Alla fine degli anni ‘60 si dedica alla pittura, alla grafica con
disegni stilizzati, a dipinti astratti e a forme artistiche diverse: composizioni
di materiali naturali e artificiali come fiori secchi, legno, pietre, vetro,
carta. Segue una fase in cui predilige il colore e crea I Grembiuli, tele colme
di pennellate, quasi a riprodurre gli stracci in cui Leonardo Savioli ripuliva
i pennelli nella sua attività di pittore.
Produce 21 piccoli libri, pezzi unici che costituiscono veri e propri “libri d’artista”
in cui figurano disegni ispirati ad opere di artisti famosi. La sua creatività
si esprime anche nella scrittura: è autrice dell’edizione, realizzata con
procedimento fotografico, di pensieri e ricordi della sua vita di artista.
Nel corso degli anni dona sue opere a musei ed istituzioni pubbliche
fiorentine. Nel 1997 lascia 10 dei suoi disegni al Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi; in seguito dona al Museo del Costume, e al Museo degli Argenti in
Palazzo Pitti Firenze la maggior parte dei suoi gioielli, alcuni abiti da lei
disegnati e confezionati e disegni astratti. Nel 1995, in occasione della
mostra dedicata a Leonardo Savioli dall’Archivio di Stato di Firenze crea il gioiello
Omaggio a Leonardo e pubblica nel catalogo della mostra una scelta di scritti
del marito, preceduta da un suo ricordo.
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1982, apre al pubblico interessato la
loro casa e lo studio di fronte alla Certosa del Galluzzo e nel 2008 dona alla Regione
Toscana lo studio, con le opere d’arte e i libri in esso contenuti.