Xavier Bueno (Vera de Bidesoa, 16 gennaio 1915 - Fiesole, 17 luglio 1979) trascorse parte dell’infanzia in Spagna e poi, nel 1935, si trasferì con la famiglia a Ginevra dove si iscrisse all’Accademia di Belle Arti. Nel 1937 si trasferì a Parigi dove presentò le sue opere, caratterizzate da una forte impronta di realismo “spagnolo”, ai Salons des Tuileries, d’Automne, des Indipendents, d’Art Mural, oltre che al padiglione spagnolo della Mostra Universale di New York. Nel gennaio del 1940 si trasferisce in Italia, dove si unisce al fratello Antonio, ad Annigoni e a Sciltian nel gruppo dei “Pittori Moderni della Realtà”. L’esperienza della guerra civile spagnola prima e di quella italiana poi, indirizza sempre più l’artista verso un realismo legato a motivi di forte contenuto sociale. Alla fine degli anni quaranta, in concomitanza con la crisi del gruppo, i rapporti fra Xavier e il fratello Antonio cominciarono a mutare. Si tratta tuttavia di un dissenso più stilistico-concettuale che personale. Tra il 1959 e il 1964 Xavier realizza il ciclo dei “bambini”, immagini sofferenti e malinconiche simboleggianti un’umanità avvilita e oppressa, che l’artista presenta alla rassegna “Espana libre”. Da allora la sua ricerca ha sempre più approfondito questa direttrice, proponendo quelle caratteristiche immagini di teneri volti e acerbi corpi adolescenti. Il 17 luglio 1979 Xavier Bueno muore a Fiesole, sua città d’adozione.
Xavier Bueno (Vera de Bidesoa, 16 gennaio 1915 - Fiesole, 17 luglio 1979) trascorse parte dell’infanzia in Spagna e poi, nel 1935, si trasferì con la famiglia a Ginevra dove si iscrisse all’Accademia di Belle Arti. Nel 1937 si trasferì a Parigi dove presentò le sue opere, caratterizzate da una forte impronta di realismo “spagnolo”, ai Salons des Tuileries, d’Automne, des Indipendents, d’Art Mural, oltre che al padiglione spagnolo della Mostra Universale di New York. Nel gennaio del 1940 si trasferisce in Italia, dove si unisce al fratello Antonio, ad Annigoni e a Sciltian nel gruppo dei “Pittori Moderni della Realtà”. L’esperienza della guerra civile spagnola prima e di quella italiana poi, indirizza sempre più l’artista verso un realismo legato a motivi di forte contenuto sociale. Alla fine degli anni quaranta, in concomitanza con la crisi del gruppo, i rapporti fra Xavier e il fratello Antonio cominciarono a mutare. Si tratta tuttavia di un dissenso più stilistico-concettuale che personale. Tra il 1959 e il 1964 Xavier realizza il ciclo dei “bambini”, immagini sofferenti e malinconiche simboleggianti un’umanità avvilita e oppressa, che l’artista presenta alla rassegna “Espana libre”. Da allora la sua ricerca ha sempre più approfondito questa direttrice, proponendo quelle caratteristiche immagini di teneri volti e acerbi corpi adolescenti. Il 17 luglio 1979 Xavier Bueno muore a Fiesole, sua città d’adozione.