Maria Pascoli (1865-1953). “Una personalità tanto conosciuta nel folklore pascoliano, quanto poco studiata ed analizzata in se stessa. Tutti conosciamo, e così crediamo di sapere, la storia della piccola, povera zitellina sprovveduta, timorosa di tutto e di tutti, incapace di cavarsela da sola anche per le attività più elementari e necessarie, goffa e malvestita, con patetiche pretese intellettuali, eterna preoccupazione ed assillo del fratello, che solo con la sua presenza e con il suo intervento può garantirne la sicurezza. Questo ritratto stereotipo è stato creato, incrementato e rinforzato da bozzetti fra l’oleografico e l’edificante della figura di Maria, ‘sorella del grande poeta’. Questo stereotipo è chiaramente presente anche in molta della produzione poetica di Giovanni Pascoli, che, si potrebbe dire, ne è senz’altro il più grande e il più convinto propugnatore. […] Lo scopo di questo scritto è di parlare di Maria Pascoli non come sorella di un poeta, la piccola donna che, inevitabilmente, si trova dietro un grande uomo, ma come una donna che si è dedicata per tutta la vita sia al lavoro intellettuale che alla poesia, aspetti che, finora, non sono mai stati presi veramente in considerazione. Maria ha lasciata scritta, anche se inedita, la storia della sua vita in un manoscritto che è poi stato pubblicato dopo la sua morte da Augusto Vicinelli” (Fiorenza Weinapple, La poesia di Maria Pascoli, http://www.unisi.it).
Maria Pascoli (1865-1953). “Una personalità tanto conosciuta nel folklore pascoliano, quanto poco studiata ed analizzata in se stessa. Tutti conosciamo, e così crediamo di sapere, la storia della piccola, povera zitellina sprovveduta, timorosa di tutto e di tutti, incapace di cavarsela da sola anche per le attività più elementari e necessarie, goffa e malvestita, con patetiche pretese intellettuali, eterna preoccupazione ed assillo del fratello, che solo con la sua presenza e con il suo intervento può garantirne la sicurezza. Questo ritratto stereotipo è stato creato, incrementato e rinforzato da bozzetti fra l’oleografico e l’edificante della figura di Maria, ‘sorella del grande poeta’. Questo stereotipo è chiaramente presente anche in molta della produzione poetica di Giovanni Pascoli, che, si potrebbe dire, ne è senz’altro il più grande e il più convinto propugnatore. […] Lo scopo di questo scritto è di parlare di Maria Pascoli non come sorella di un poeta, la piccola donna che, inevitabilmente, si trova dietro un grande uomo, ma come una donna che si è dedicata per tutta la vita sia al lavoro intellettuale che alla poesia, aspetti che, finora, non sono mai stati presi veramente in considerazione. Maria ha lasciata scritta, anche se inedita, la storia della sua vita in un manoscritto che è poi stato pubblicato dopo la sua morte da Augusto Vicinelli” (Fiorenza Weinapple, La poesia di Maria Pascoli, http://www.unisi.it).