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Tiziano Lera

Tiziano Lera

Nasco a Lucca città d’arte. Vivo i miei primi venticinque anni a Viareggio, dove apprendo dalle opere di Galileo Chini l’amore del colore e dalle ville liberty una nuova forma di giardino sempre intimo come quelli lucchesi, ma con una “sacralità” diversa, determinata anche dal filtrarsi dal vento di libeccio e di tramontana, tra buganvillee, agrumi o palme, ormai spontaneizzate. Frequento il Politecnico a Milano e apprendo la complessità dell’urbano; mi laureo in Urbanistica all’Università di Venezia ove mi innamoro della magia dell’acqua. Frequento l’Università di Scienze Naturali a Pisa. Ora vivo a Forte dei Marmi, dove ho assimilato il messaggio dei grandi spazi delle ville di Roma Imperiale e della dannunziana macchia mediterranea. Innesto su tutto il mio progettare il mio amore per l’oriente e le arti marziali e in particolare dei “bonsai” e “ sesuikè” che amo raccogliere sulle Alpi Apuane, negli agrimarmiferi. Come diceva Groddek, in cui particolarmente mi identifico: ritengo che l’uomo (per me anche l’ambiente) siano vissuti da qualcosa d’ignoto; vi è in tutto un “es” primigenio, un’entità prodigiosa che dirige ciò che accade molto di più dell’“io” raziocinante e rappresentante delle decisioni formali. Perciò mi rifiuto di accettare la separazione di anima e corpo in due parti in sé conchiuse. Analizzo, quindi, le risorse ambientali con amore e meditazione ascoltando la loro voce, quella che per i latini era il “genius loci”, per gli induisti il “karma” (inteso come somma di tutte le azioni naturali ed antropiche di quel territorio) e per i cinesi il “feng-shui”, che è lo sforzo di percepire e cercare di misurare le forze geomantiche che percorrono la superficie terrestre. Questi tre grandi valori sono sintetizzati dal mio “es” di architetto e fanno riconfluire il tutto in un “es” olistico, il quale è l’“es” del progetto che genera un nuovo luogo diverso da quello trovato e più possibilmente vicino a quello originario. Tutto ciò si può ottenere solo tramite la progettazione integrata e la sostenibilità ambientale nel rispetto di storia, natura, arte, architettura, identità, poesia.

Nasco a Lucca città d’arte. Vivo i miei primi venticinque anni a Viareggio, dove apprendo dalle opere di Galileo Chini l’amore del colore e dalle ville liberty una nuova forma di giardino sempre intimo come quelli lucchesi, ma con una “sacralità” diversa, determinata anche dal filtrarsi dal vento di libeccio e di tramontana, tra buganvillee, agrumi o palme, ormai spontaneizzate. Frequento il Politecnico a Milano e apprendo la complessità dell’urbano; mi laureo in Urbanistica all’Università di Venezia ove mi innamoro della magia dell’acqua. Frequento l’Università di Scienze Naturali a Pisa. Ora vivo a Forte dei Marmi, dove ho assimilato il messaggio dei grandi spazi delle ville di Roma Imperiale e della dannunziana macchia mediterranea. Innesto su tutto il mio progettare il mio amore per l’oriente e le arti marziali e in particolare dei “bonsai” e “ sesuikè” che amo raccogliere sulle Alpi Apuane, negli agrimarmiferi. Come diceva Groddek, in cui particolarmente mi identifico: ritengo che l’uomo (per me anche l’ambiente) siano vissuti da qualcosa d’ignoto; vi è in tutto un “es” primigenio, un’entità prodigiosa che dirige ciò che accade molto di più dell’“io” raziocinante e rappresentante delle decisioni formali. Perciò mi rifiuto di accettare la separazione di anima e corpo in due parti in sé conchiuse. Analizzo, quindi, le risorse ambientali con amore e meditazione ascoltando la loro voce, quella che per i latini era il “genius loci”, per gli induisti il “karma” (inteso come somma di tutte le azioni naturali ed antropiche di quel territorio) e per i cinesi il “feng-shui”, che è lo sforzo di percepire e cercare di misurare le forze geomantiche che percorrono la superficie terrestre. Questi tre grandi valori sono sintetizzati dal mio “es” di architetto e fanno riconfluire il tutto in un “es” olistico, il quale è l’“es” del progetto che genera un nuovo luogo diverso da quello trovato e più possibilmente vicino a quello originario. Tutto ciò si può ottenere solo tramite la progettazione integrata e la sostenibilità ambientale nel rispetto di storia, natura, arte, architettura, identità, poesia.

Libri scritti da Tiziano Lera