Marziale Dini è nato da una nobile famiglia di Colle di Val
d’Elsa ed è lì divenuto personaggio di spicco nel periodo dell’Unità d’Italia.
Seguendo l’ardore patriottico degli studenti e dei professori universitari
senesi, il giovane avvocato prende volontariamente parte, di nascosto dai
genitori, alla battaglia combattuta nei dintorni di Mantova (1848), arriva in
Lombardia con il Battaglione Universitario Toscano e, al comando di un plotone
di ragazzi velocemente addestrati, combatte finalmente contro il nemico
invasore. Alcuni mesi prima del 17 marzo 1861 partecipa alla spedizione
napoletana del 4° Battaglione Toscano della Guardia Nazionale, mobilitato per
sconfiggere le ultime resistenze borboniche.
Quando torna a Colle, Dini è ormai un personaggio politico di primo piano, e
inizia la sua partecipazione alla vita cittadina facendo parte della gioventù
liberale che vuole l’unificazione. Il patriota viene eletto gonfaloniere del
Comune di Casole d’Elsa (1861) e successivamente sindaco di Colle. Nel 1878
lascia in anticipo la poltrona di primo cittadino “per le solite personali
persecuzioni, ingiustificate opposizioni” politiche. Dopo una seconda nomina a
Operaio del R. Conservatorio di San Pietro (1864 e 1883) esce definitivamente
dalla scena politica.
Deluso, si ritira in campagna presso il podere Le Corti dove, in una situazione
economica familiare difficile, scrive sul finire del secolo le proprie memorie
di combattente e patriota italiano. Muore nel 1903.
Marziale Dini è nato da una nobile famiglia di Colle di Val
d’Elsa ed è lì divenuto personaggio di spicco nel periodo dell’Unità d’Italia.
Seguendo l’ardore patriottico degli studenti e dei professori universitari
senesi, il giovane avvocato prende volontariamente parte, di nascosto dai
genitori, alla battaglia combattuta nei dintorni di Mantova (1848), arriva in
Lombardia con il Battaglione Universitario Toscano e, al comando di un plotone
di ragazzi velocemente addestrati, combatte finalmente contro il nemico
invasore. Alcuni mesi prima del 17 marzo 1861 partecipa alla spedizione
napoletana del 4° Battaglione Toscano della Guardia Nazionale, mobilitato per
sconfiggere le ultime resistenze borboniche.
Quando torna a Colle, Dini è ormai un personaggio politico di primo piano, e
inizia la sua partecipazione alla vita cittadina facendo parte della gioventù
liberale che vuole l’unificazione. Il patriota viene eletto gonfaloniere del
Comune di Casole d’Elsa (1861) e successivamente sindaco di Colle. Nel 1878
lascia in anticipo la poltrona di primo cittadino “per le solite personali
persecuzioni, ingiustificate opposizioni” politiche. Dopo una seconda nomina a
Operaio del R. Conservatorio di San Pietro (1864 e 1883) esce definitivamente
dalla scena politica.
Deluso, si ritira in campagna presso il podere Le Corti dove, in una situazione
economica familiare difficile, scrive sul finire del secolo le proprie memorie
di combattente e patriota italiano. Muore nel 1903.