Spinello di Luca Spinelli, soprannominato Spinello Aretino
(Arezzo, 1350 ca. – 14 marzo 1410), è stato uno dei pittori tra i più attivi in
Toscana nella seconda metà del Trecento. La sua famiglia era originaria di
Capolona. Fu suo padre Luca, orefice raffinato, che volle trasferirsi ad Arezzo
dove Spinello crebbe “tanto inclinato da natura all’essere pittore, che quasi
senza maestro, essendo ancor fanciullo, seppe quello che molti esercitati,
sotto la disciplina d’ottimi maestri, non sanno” (Vasari). La sua formazione
proviene comunque, oltre che dal lavoro nella bottega paterna, da Taddeo Gaddi,
uno dei principali seguaci di Giotto.
A Firenze lavorò accanto al suo maestro nella chiesa del
Carmine e in quella di Santa Maria Novella, mentre tra il 1360 ed il 1384 fu
attivo soprattutto ad Arezzo, dove istoriò molti cicli pittorici ad affresco,
purtroppo quasi tutti perduti. Resta la Crocifissione nel Duomo di Arezzo,
vicina allo stile dell’Orcagna.
Nel 1384, dopo il sacco della città, tornò a Firenze dove
gli fu affidata l’importante commissione delle Storie di San Benedetto nella
sacrestia di San Miniato al Monte a Firenze (dipinte verso il 1387-1388), dove
la composizione è giottesca, mentre la brillantezza dei colori riflette più
l’arte contemporanea senese. Nel 1391-1392 dipinse sei affreschi, ancora
esistenti, sul muro sud del Camposanto di Pisa con i Miracoli dei Santi Potito
ed Efeso, per i quali ricevette un compenso di 270 monete d’oro.
“Nei suoi ultimi anni lo Spinello addolcì alquanto il
colorito ed il rilievo, risentendo di altre tendenze che gli premevano intorno”
(Toesca). Nella Storia di Alessandro, nel Palazzo Pubblico di Siena
(1407-1408), dimostrò una vivace qualità narrativa nelle parti autografe,
testimoniando la notevole maturità artistica nell’ultimo periodo della sua
carriera, forse dovuta anche all’influenza dello spiritato ed estroso figlio
Parri che vi collaborò. Le storie sono una rappresentazione della guerra di
Federico Barbarossa contro la Repubblica di Venezia.
Spinello di
Luca Spinelli, nicknamed Spinello Aretino (Arezzo, c. 1350 - March 14, 1410),
was one of the most active painters in Tuscany in the second half of the 14th
century. His family was originally from Capolona. It was his father Luca, a
refined goldsmith, who wanted to move to Arezzo, where Spinello grew up
"so inclined by nature to be a painter, that almost without a master,
being still a child, he knew what many exercised, under the discipline of
excellent masters, do not know" (Vasari). His training came, however, not
only from work in his father's workshop but also from Taddeo Gaddi, one of
Giotto's main followers.
In Florence
he worked alongside his master in the churches of the Carmine and Santa Maria
Novella, while between 1360 and 1384 he was active mainly in Arezzo, where he
historiated many fresco cycles, unfortunately almost all lost. The Crucifixion
in Arezzo Cathedral, close to Orcagna's style, remains.
In 1384,
after the sack of the city, he returned to Florence where he was given the
important commission of the Stories of St. Benedict in the sacristy of San
Miniato al Monte in Florence (painted c. 1387-1388), where the composition is
Giottesque, while the brilliance of the colors reflects more contemporary
Sienese art. In 1391-1392 he painted six frescoes, still extant, on the south
wall of the Camposanto in Pisa with the Miracles of Saints Potitus and Ephesus,
for which he received a fee of 270 gold coins.
"In
his later years Spinello somewhat softened his coloring and relief, being
affected by other tendencies pressing around him" (Toesca). In the History
of Alexander, in Siena's Palazzo Pubblico (1407-1408), he demonstrated a lively
narrative quality in the autograph parts, testifying to remarkable artistic
maturity in the last period of his career, perhaps due in part to the influence
of his spirited and imaginative son Parri, who collaborated on it. The stories
are a depiction of Frederick Barbarossa's war against the Republic of Venice.