Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio nasce a Firenze nel
1449, contemporaneo di Botticelli e di Filippino Lippi. Deve la sua prima
formazione artistica alla frequentazione della bottega di Alessio Baldovinetti.
In seguito passa probabilmente alla bottega del Verrocchio.
Le peculiarità del suo stile sono già evidenti nella giovanile Madonna di
Misericordia, dipinta per i Vespucci nella chiesa d’Ognissanti a Firenze. È da
San Gimignano, tuttavia, che l’artista riceve la sua prima, grande commissione,
cioè la rappresentazione delle Storie di Santa Fina nel duomo della città.
Intorno al 1475 il Ghirlandaio compie un primo viaggio a Roma, dove il suo
stile assume le caratteristiche definitive: realismo, attenzione al dettaglio,
figure aggraziate, colori vivaci. Durante questo soggiorno l’artista si dedica
alla decorazione, oggi perduta, della Biblioteca Vaticana. Tornato a Firenze,
il pittore lavorare nuovamente per i Vespucci dipingendo per loro un San
Girolamo. Si dedica inoltre alla decorazione dei refettori di alcuni monasteri,
tradizionalmente affrescati con la scena dell’Ultima Cena. Ricordiamo a questo
proposito i cenacoli del Convento di Ognissanti e di quello di San Marco. Nel
1481 il Ghirlandaio si reca una seconda volta a Roma dove, insieme ad altri
abili pittori fiorentini quali Rosselli e Perugino, contribuisce ad affrescare
le pareti della Cappella Sistina. Particolarmente significativa è la scena
rappresentante la Vocazione dei primi apostoli (1482), dove emerge con forza
l’abilità raffigurativa del pittore.
Rientrato a Firenze, l’artista riceve moltissimi incarichi. L’alta società
fiorentina lo richiede per come ritrattista ufficiale; è tuttavia nei grandi
cicli affrescati che l’artista raggiunge i suoi più alti risultati. Tra
questi, ricordiamo le Storie di San Francesco (1483-1485), dipinte nella
Cappella Sassetti della chiesa di Santa Trinita. Anche i Tornabuoni beneficiano
del talento del pittore: per loro, infatti, il Ghirlandaio affresca l’omonima
cappella nella chiesa di Santa Maria Novella rappresentando le Storie della
Vergine e di San Giovanni Battista (1485-1490).
Caratteristica fondamentale del Ghirlandaio ravvisabile in queste opere è
la capacità di calare le storie sacre in contesti e ambientazioni della reale
Firenze del tempo, arrivando ad inserire nei propri affreschi le figure
dei più eminenti personaggi del tempo (Lorenzo il Magnifico, Poliziano ecc.).
Appartengono agli ultimi anni del pittore alcune pale d’altare e diversi
dipinti su tavola, tra cui l’Adorazione dei Magi Tornabuoni e alcuni ritratti,
come il Vecchio con bambino. L’artista si spegne a Firenze nel 1494.
Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio nasce a Firenze nel
1449, contemporaneo di Botticelli e di Filippino Lippi. Deve la sua prima
formazione artistica alla frequentazione della bottega di Alessio Baldovinetti.
In seguito passa probabilmente alla bottega del Verrocchio.
Le peculiarità del suo stile sono già evidenti nella giovanile Madonna di
Misericordia, dipinta per i Vespucci nella chiesa d’Ognissanti a Firenze. È da
San Gimignano, tuttavia, che l’artista riceve la sua prima, grande commissione,
cioè la rappresentazione delle Storie di Santa Fina nel duomo della città.
Intorno al 1475 il Ghirlandaio compie un primo viaggio a Roma, dove il suo
stile assume le caratteristiche definitive: realismo, attenzione al dettaglio,
figure aggraziate, colori vivaci. Durante questo soggiorno l’artista si dedica
alla decorazione, oggi perduta, della Biblioteca Vaticana. Tornato a Firenze,
il pittore lavorare nuovamente per i Vespucci dipingendo per loro un San
Girolamo. Si dedica inoltre alla decorazione dei refettori di alcuni monasteri,
tradizionalmente affrescati con la scena dell’Ultima Cena. Ricordiamo a questo
proposito i cenacoli del Convento di Ognissanti e di quello di San Marco. Nel
1481 il Ghirlandaio si reca una seconda volta a Roma dove, insieme ad altri
abili pittori fiorentini quali Rosselli e Perugino, contribuisce ad affrescare
le pareti della Cappella Sistina. Particolarmente significativa è la scena
rappresentante la Vocazione dei primi apostoli (1482), dove emerge con forza
l’abilità raffigurativa del pittore.
Rientrato a Firenze, l’artista riceve moltissimi incarichi. L’alta società
fiorentina lo richiede per come ritrattista ufficiale; è tuttavia nei grandi
cicli affrescati che l’artista raggiunge i suoi più alti risultati. Tra
questi, ricordiamo le Storie di San Francesco (1483-1485), dipinte nella
Cappella Sassetti della chiesa di Santa Trinita. Anche i Tornabuoni beneficiano
del talento del pittore: per loro, infatti, il Ghirlandaio affresca l’omonima
cappella nella chiesa di Santa Maria Novella rappresentando le Storie della
Vergine e di San Giovanni Battista (1485-1490).
Caratteristica fondamentale del Ghirlandaio ravvisabile in queste opere è
la capacità di calare le storie sacre in contesti e ambientazioni della reale
Firenze del tempo, arrivando ad inserire nei propri affreschi le figure
dei più eminenti personaggi del tempo (Lorenzo il Magnifico, Poliziano ecc.).
Appartengono agli ultimi anni del pittore alcune pale d’altare e diversi
dipinti su tavola, tra cui l’Adorazione dei Magi Tornabuoni e alcuni ritratti,
come il Vecchio con bambino. L’artista si spegne a Firenze nel 1494.