Giovanni Lomi nasce a Livorno il 31 ottobre 1889. Rimasto
orfano di padre a soli sei anni, è affidato a una famiglia contadina
residente all’Ardenza, in provincia di Livorno; questo soggiorno in campagna fa
nascere in lui l’amore per la natura e gli animali. Da ragazzo è costretto a
lavorare per mantenersi e, malgrado la sua passione per il disegno, non può
permettersi di frequentare scuole di pittura. Trova comunque il tempo per
disegnare ovunque gli capiti, sempre e costantemente. Non esistendo ancora la tecnica
fotografica, Giovanni realizza i ritratti definiti a “sfumino” per persone
defunte, usanza in voga per ritrarre la persona mancata.
Pur non avendo avuto maestri, negli anni Venti si reca presso lo studio del
pittore Adolfo Tommasi per avere un’opinione circa un insieme di disegni.
Tommasi si esprime molto favorevolmente e lo esorta a perseverare nella sua
passione. Nel 1921 si sposa con Caterina del Nero, dalla quale ha un unico
figlio, Federigo, e nello stesso anno espone per la prima volta a Firenze.
Successivamente partecipa alle varie edizioni delle Biennali di Brera, alla
Promotrice di Torino e alle “Mostre Marinare” di Roma. Per potersi dedicare
alla pittura dal vero parte per numerosi viaggi, soprattutto nelle città dove
si svolgevano le sue mostre personali. Terminata la seconda guerra
mondiale, negli anni Cinquanta, riprende a viaggiare: si reca a Parigi dove
dipinge lungo la Senna, a Barcellona, a Roma e a Trieste, città che gli è
particolarmente cara e dove non manca mai di ritornare periodicamente.
La formazione da autodidatta priva di qualsiasi orientamento scolastico
rende il suo stile inconfondibile: centinaia di disegni, studi dal vero e
appunti, sono l’enorme archivio grafico che precedeva sempre la stesura sulle
tele. Senza concedersi a decorazioni superflue, i temi a lui cari sono
prevalentemente la luce naturale dell’alba e del tramonto, la sua maniera è
tranquilla, la sua “maestra” è la concretezza della pittura dal vero.
Un improvviso malore lo coglie nel suo studio il 19 giugno 1969.
Giovanni Lomi nasce a Livorno il 31 ottobre 1889. Rimasto
orfano di padre a soli sei anni, è affidato a una famiglia contadina
residente all’Ardenza, in provincia di Livorno; questo soggiorno in campagna fa
nascere in lui l’amore per la natura e gli animali. Da ragazzo è costretto a
lavorare per mantenersi e, malgrado la sua passione per il disegno, non può
permettersi di frequentare scuole di pittura. Trova comunque il tempo per
disegnare ovunque gli capiti, sempre e costantemente. Non esistendo ancora la tecnica
fotografica, Giovanni realizza i ritratti definiti a “sfumino” per persone
defunte, usanza in voga per ritrarre la persona mancata.
Pur non avendo avuto maestri, negli anni Venti si reca presso lo studio del
pittore Adolfo Tommasi per avere un’opinione circa un insieme di disegni.
Tommasi si esprime molto favorevolmente e lo esorta a perseverare nella sua
passione. Nel 1921 si sposa con Caterina del Nero, dalla quale ha un unico
figlio, Federigo, e nello stesso anno espone per la prima volta a Firenze.
Successivamente partecipa alle varie edizioni delle Biennali di Brera, alla
Promotrice di Torino e alle “Mostre Marinare” di Roma. Per potersi dedicare
alla pittura dal vero parte per numerosi viaggi, soprattutto nelle città dove
si svolgevano le sue mostre personali. Terminata la seconda guerra
mondiale, negli anni Cinquanta, riprende a viaggiare: si reca a Parigi dove
dipinge lungo la Senna, a Barcellona, a Roma e a Trieste, città che gli è
particolarmente cara e dove non manca mai di ritornare periodicamente.
La formazione da autodidatta priva di qualsiasi orientamento scolastico
rende il suo stile inconfondibile: centinaia di disegni, studi dal vero e
appunti, sono l’enorme archivio grafico che precedeva sempre la stesura sulle
tele. Senza concedersi a decorazioni superflue, i temi a lui cari sono
prevalentemente la luce naturale dell’alba e del tramonto, la sua maniera è
tranquilla, la sua “maestra” è la concretezza della pittura dal vero.
Un improvviso malore lo coglie nel suo studio il 19 giugno 1969.