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Luigi Barzini

Luigi Barzini

Luigi Barzini nasce a Orvieto il 7 febbraio 1874. Inizia la carriera nel 1898 come redattore presso testate minori: il «Capitan Fracassa» e il «Fanfulla» di Roma. Lo nota Luigi Albertini, direttore del «Corriere della Sera» che lo vuole come collaboratore.
Per quel quotidiano nel 1900 è corrispondente di guerra in Cina, dove è testimone della ribellione dei Boxer e si distingue per l’abilità nel raccogliere notizie di prima mano. Nel 1906 è a Tokyo per ottenere i visti necessari a seguire l’esercito giapponese durante la guerra russo-giapponese, e quindi nuovamente in Cina, nelle zone di guerra. Nel 1907 accompagna il principe Scipione Borghese nella famosa competizione automobilistica da Pechino-Parigi istituita dal giornale «
Le Matin», vincendola dopo aver viaggiato in Siberia e in Russia, attraverso regioni e popolazioni che non avevano mai visto un’automobile. Su quest’avventura scrive un racconto fotografico che sarà famoso in tutto il mondo, La metà del mondo vista da un’automobile. Da Pechino a Parigi in sessanta giorni
, pubblicato nel 1908 in undici lingue. L’editore, Ulrico Hoepli, lo definisce un “raid editoriale” oltre che automobilistico.
Barzini abbandona il «
Corriere» per recarsi negli Stati Uniti, dove dal 1923 al 1931 dirige il quotidiano «Corriere d’America». Torna in Italia e guida «Il Mattino»
dal 1932 al 1933. È nominato senatore nel 1934, schierandosi con il regime (peraltro aveva già firmato nel 1925 il Manifesto degli intellettuali fascisti). Nel 1908 ha un figlio che chiama con il suo stesso nome e inizia all’arte del giornalismo.
Alla caduta del fascismo accetta la presidenza della Stefani, l’agenzia di stampa organo ufficiale della Repubblica di Salò. Trascorre gli ultimi anni di vita a Milano, dove muore il 6 settembre 1947, nell’isolamento e nell’indigenza. A suo nome è stato intitolato nel 1996 il premio giornalistico «Luigi Barzini» all’inviato speciale.

Luigi Barzini nasce a Orvieto il 7 febbraio 1874. Inizia la carriera nel 1898 come redattore presso testate minori: il «Capitan Fracassa» e il «Fanfulla» di Roma. Lo nota Luigi Albertini, direttore del «Corriere della Sera» che lo vuole come collaboratore.
Per quel quotidiano nel 1900 è corrispondente di guerra in Cina, dove è testimone della ribellione dei Boxer e si distingue per l’abilità nel raccogliere notizie di prima mano. Nel 1906 è a Tokyo per ottenere i visti necessari a seguire l’esercito giapponese durante la guerra russo-giapponese, e quindi nuovamente in Cina, nelle zone di guerra. Nel 1907 accompagna il principe Scipione Borghese nella famosa competizione automobilistica da Pechino-Parigi istituita dal giornale «
Le Matin», vincendola dopo aver viaggiato in Siberia e in Russia, attraverso regioni e popolazioni che non avevano mai visto un’automobile. Su quest’avventura scrive un racconto fotografico che sarà famoso in tutto il mondo, La metà del mondo vista da un’automobile. Da Pechino a Parigi in sessanta giorni
, pubblicato nel 1908 in undici lingue. L’editore, Ulrico Hoepli, lo definisce un “raid editoriale” oltre che automobilistico.
Barzini abbandona il «
Corriere» per recarsi negli Stati Uniti, dove dal 1923 al 1931 dirige il quotidiano «Corriere d’America». Torna in Italia e guida «Il Mattino»
dal 1932 al 1933. È nominato senatore nel 1934, schierandosi con il regime (peraltro aveva già firmato nel 1925 il Manifesto degli intellettuali fascisti). Nel 1908 ha un figlio che chiama con il suo stesso nome e inizia all’arte del giornalismo.
Alla caduta del fascismo accetta la presidenza della Stefani, l’agenzia di stampa organo ufficiale della Repubblica di Salò. Trascorre gli ultimi anni di vita a Milano, dove muore il 6 settembre 1947, nell’isolamento e nell’indigenza. A suo nome è stato intitolato nel 1996 il premio giornalistico «Luigi Barzini» all’inviato speciale.

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