Rodolfo Mondolfo nacque a
Senigallia il 20 agosto 1877.
Nel 1895 si iscrisse all’Istituto di Studi superiori pratici
e di perfezionamento di Firenze, dove si laureò in Storia della filosofia nel
1899. A Firenze aderì al PSI, essendo stato introdotto dal fratello Ugo Guido
nel gruppo di giovani socialisti di via Lungo il Mugnone. Fra il 1901 e il 1906
insegnò nei licei di Potenza, Ferrara e Mantova e partecipò assiduamente
all’attività della Federazione nazionale insegnanti della scuola media. Nel 1904 conseguì la libera docenza in storia della filosofia
all’Università di Padova, dove nel 1907 fu chiamato a supplire la cattedra di
Roberto Ardigò. Nello stesso anno si sposò con Augusta Algranati, dalla quale
ebbe quattro figli. Prima dello scoppio della guerra mondiale, si trasferì a
Torino, nella cui università tenne la cattedra di Storia della filosofia dal
1910 al 1913. Sempre vicino alle posizioni di Filippo Turati, fu stretto
collaboratore di «Critica sociale». Nel 1912 pubblicò il volume Il
materialismo storico in Federico Engels e, nel 1913, una serie di
articoli che apparvero su «L’Unità» di Salvemini. Dal 1914 al 1938 insegnò
all’Università di Bologna come professore ordinario. Dal 1922 si impegnò in una
energica attività di opposizione culturale e ideale al fascismo. Diresse per
l’editore Cappelli la “Biblioteca di studi sociali”, nella quale pubblicò
volumi di grande importanza per gli sviluppi della discussione politica e della
lotta antifascista, tra i quali, nel 1923, la terza edizione del suo Sulle orme di
Marx. Dopo la cessazione forzata della collana, Mondolfo curò una
“Collana di testi filosofici e pedagogici” e continuò a servirsi di sedi
accademiche per stampare lavori di contenuto storico-politico.
Negli anni Trenta collaborò all’Enciclopedia italiana,
diretta da Giovanni Gentile, curando molte delle voci relative al marxismo e
alla storia del movimento operaio.
A causa dell’emanazione delle leggi razziali dovette
abbandonare l’insegnamento universitario e, nel 1939, fu costretto all’esilio
in Argentina. Dopo iniziali cicli di conferenze in varie città argentine,
insegnò dal 1940 al 1948 all’Università di Cordoba e dal 1948 al 1952
all’università di Tucuman.Dopo la caduta del fascismo e
la fine della guerra, Mondolfo tornò più volte in Italia, dove fu reintegrato
nel ruolo dei professori universitari e nella cattedra di Storia della
filosofia dell’Università di Bologna, ma non vi ristabilì la propria residenza.
In questi anni Mondolfo pubblicò nuovi studi di storia della filosofia antica,
curò la riedizione di vecchi lavori e collaborò a riviste e periodici tra i
quali, in primo luogo, «Critica sociale».Morì a Buenos Aires il 16
luglio 1976.
Rodolfo Mondolfo nacque a
Senigallia il 20 agosto 1877.
Nel 1895 si iscrisse all’Istituto di Studi superiori pratici
e di perfezionamento di Firenze, dove si laureò in Storia della filosofia nel
1899. A Firenze aderì al PSI, essendo stato introdotto dal fratello Ugo Guido
nel gruppo di giovani socialisti di via Lungo il Mugnone. Fra il 1901 e il 1906
insegnò nei licei di Potenza, Ferrara e Mantova e partecipò assiduamente
all’attività della Federazione nazionale insegnanti della scuola media. Nel 1904 conseguì la libera docenza in storia della filosofia
all’Università di Padova, dove nel 1907 fu chiamato a supplire la cattedra di
Roberto Ardigò. Nello stesso anno si sposò con Augusta Algranati, dalla quale
ebbe quattro figli. Prima dello scoppio della guerra mondiale, si trasferì a
Torino, nella cui università tenne la cattedra di Storia della filosofia dal
1910 al 1913. Sempre vicino alle posizioni di Filippo Turati, fu stretto
collaboratore di «Critica sociale». Nel 1912 pubblicò il volume Il
materialismo storico in Federico Engels e, nel 1913, una serie di
articoli che apparvero su «L’Unità» di Salvemini. Dal 1914 al 1938 insegnò
all’Università di Bologna come professore ordinario. Dal 1922 si impegnò in una
energica attività di opposizione culturale e ideale al fascismo. Diresse per
l’editore Cappelli la “Biblioteca di studi sociali”, nella quale pubblicò
volumi di grande importanza per gli sviluppi della discussione politica e della
lotta antifascista, tra i quali, nel 1923, la terza edizione del suo Sulle orme di
Marx. Dopo la cessazione forzata della collana, Mondolfo curò una
“Collana di testi filosofici e pedagogici” e continuò a servirsi di sedi
accademiche per stampare lavori di contenuto storico-politico.
Negli anni Trenta collaborò all’Enciclopedia italiana,
diretta da Giovanni Gentile, curando molte delle voci relative al marxismo e
alla storia del movimento operaio.
A causa dell’emanazione delle leggi razziali dovette
abbandonare l’insegnamento universitario e, nel 1939, fu costretto all’esilio
in Argentina. Dopo iniziali cicli di conferenze in varie città argentine,
insegnò dal 1940 al 1948 all’Università di Cordoba e dal 1948 al 1952
all’università di Tucuman.Dopo la caduta del fascismo e
la fine della guerra, Mondolfo tornò più volte in Italia, dove fu reintegrato
nel ruolo dei professori universitari e nella cattedra di Storia della
filosofia dell’Università di Bologna, ma non vi ristabilì la propria residenza.
In questi anni Mondolfo pubblicò nuovi studi di storia della filosofia antica,
curò la riedizione di vecchi lavori e collaborò a riviste e periodici tra i
quali, in primo luogo, «Critica sociale».Morì a Buenos Aires il 16
luglio 1976.