Nata nel 1961 a Tosi, Monica Giarré ha vissuto gli anni dell’adolescenza fra l’ambiente familiare, il clima circoscritto del paese e Firenze, dove ha compiuto gli studi a indirizzo artistico e musicale. Proprio quei boschi intorno a casa e più su, alle pendici di Vallombrosa, hanno sollecitato nell’artista la sensazione d’inquietudine e insieme di protezione che spesso ha raffigurato nei suoi dipinti.
Giarrè non ha mai rinunciato alle sue radici, alla memoria delle ore passate vicino al padre, noto mobiliere della zona, mentre intagliava sul legno le decorazioni da mettere in produzione. Ha quindi assimilato il senso di fatica legato al fare e il gusto per la concretizzazione plastica, maturati in un insieme di perizia artigiana e di trasporto in profondo della visione che si fa pittura dopo un accorto vaglio, così che non rimangano solo esibizione o tentativi sperimentali – è l’esperienza più che l’esperimento a interessarla.
Anche quando la sua vita da adulta l’ha portata nella metà degli anni Ottanta a trasferirsi a Firenze, la natura ha continuato a esercitare sull’artista lo stesso fascino, per quanto ambivalente. In questi anni, da una figurazione tradizionale, Monica Giarrè si è gradualmente accostata a una pagina controllata e ben definita nell’equilibrio compositivo, il cui carattere introspettivo si è sedimentato in una serie di immagini d’interni in cui risuona tutto il suo mondo.
Allieva prima di Giuseppe Leo e poi di Paolo Frosecchi, da Firenze parte il suo percorso espositivo: nel 2001 vengono allestite due personali al Palagio di Parte Guelfa (Firenze) e a Villa Montalvo (Campi Bisenzio), e tre collettive al Centro espositivo Costa Fiorita (Castiglioncello), a Villa Strozzi (Firenze) e Villa Montalvo. Nel 2002 dopo una prima, rilevante, revisione del proprio lavoro, inizia una collaborazione con la Galleria Mentana di Firenze, che le allestisce un’ampia personale, con notevole quanto inatteso successo. La maturazione dell’artista va di pari passo con la divulgazione del proprio lavoro. Si intensificano gli eventi espositivi. Nello stesso anno partecipa a diverse rassegne collettive: al Centro Congressi Convitto della Calza (Firenze); Antica Compagnia del Paiolo (Firenze); Centro d’arte San Vidal (Venezia); Galleria Mentana (Firenze); Palagio di Parte Guelfa (Firenze); Centro d’arte Puccini (Firenze). Del 2003 è la personale allestita alla galleria La Tartaruga (Roma); fino al 2006 seguono collettive alla Rotonda di Livorno, alla Galleria Mentana, al Teatro Romano di Fiesole e all’Antica Compagnia del Paiolo. Dal 2006 collabora anche con la Galleria Frosecchi di Firenze, che invita l’artista a partecipare a varie collettive tra cui l’Artefiera di Firenze (2007), la Fiera di Parma (2007) e la Fiera di Genova (2008), prima di organizzarle la personale “Figure, fiori, frutta” nei propri spazi. Nel 2010 è stata invitata a partecipare alla rassegna itinerante “50 Artisti toscani per 50 cantanti toscani”. Socia ANLA, nel 2011 ha partecipato alla VIII rassegna “Il sacro nell’Arte” presso la Basilica della Santissima Annunziata, Firenze, alla manifestazione “Libera fantasia” patrocinata da ANLA e Rotary, oltre alle collettive presso l’Antica Compagnia del Paiolo, il Consiglio Regionale della Toscana e la Galleria Mentana.
Ha ottenuto riconoscimenti nell’ambito del Premio Calindri (2001), del Premio Firenze (2001) e del Premio Italia (2002).
Del suo lavoro hanno scritto: Luciano Artusi, Ugo Barlozzetti, Patrizio Borella, Lia Bronzi, Sauro Cavallini, Carlo Cinelli, Eleonora d’Aquino, Vittorio Esposito, Vera Giammacci, Giuseppe Leo, Pier Francesco Listri, Nicola Nuti, Tommaso Paloscia, Daniela Pronestì, Sonia Salsi, Rodolfo Tommasi, Ferruccio Ulivi.
Nata nel 1961 a Tosi, Monica Giarré ha vissuto gli anni dell’adolescenza fra l’ambiente familiare, il clima circoscritto del paese e Firenze, dove ha compiuto gli studi a indirizzo artistico e musicale. Proprio quei boschi intorno a casa e più su, alle pendici di Vallombrosa, hanno sollecitato nell’artista la sensazione d’inquietudine e insieme di protezione che spesso ha raffigurato nei suoi dipinti.
Giarrè non ha mai rinunciato alle sue radici, alla memoria delle ore passate vicino al padre, noto mobiliere della zona, mentre intagliava sul legno le decorazioni da mettere in produzione. Ha quindi assimilato il senso di fatica legato al fare e il gusto per la concretizzazione plastica, maturati in un insieme di perizia artigiana e di trasporto in profondo della visione che si fa pittura dopo un accorto vaglio, così che non rimangano solo esibizione o tentativi sperimentali – è l’esperienza più che l’esperimento a interessarla.
Anche quando la sua vita da adulta l’ha portata nella metà degli anni Ottanta a trasferirsi a Firenze, la natura ha continuato a esercitare sull’artista lo stesso fascino, per quanto ambivalente. In questi anni, da una figurazione tradizionale, Monica Giarrè si è gradualmente accostata a una pagina controllata e ben definita nell’equilibrio compositivo, il cui carattere introspettivo si è sedimentato in una serie di immagini d’interni in cui risuona tutto il suo mondo.
Allieva prima di Giuseppe Leo e poi di Paolo Frosecchi, da Firenze parte il suo percorso espositivo: nel 2001 vengono allestite due personali al Palagio di Parte Guelfa (Firenze) e a Villa Montalvo (Campi Bisenzio), e tre collettive al Centro espositivo Costa Fiorita (Castiglioncello), a Villa Strozzi (Firenze) e Villa Montalvo. Nel 2002 dopo una prima, rilevante, revisione del proprio lavoro, inizia una collaborazione con la Galleria Mentana di Firenze, che le allestisce un’ampia personale, con notevole quanto inatteso successo. La maturazione dell’artista va di pari passo con la divulgazione del proprio lavoro. Si intensificano gli eventi espositivi. Nello stesso anno partecipa a diverse rassegne collettive: al Centro Congressi Convitto della Calza (Firenze); Antica Compagnia del Paiolo (Firenze); Centro d’arte San Vidal (Venezia); Galleria Mentana (Firenze); Palagio di Parte Guelfa (Firenze); Centro d’arte Puccini (Firenze). Del 2003 è la personale allestita alla galleria La Tartaruga (Roma); fino al 2006 seguono collettive alla Rotonda di Livorno, alla Galleria Mentana, al Teatro Romano di Fiesole e all’Antica Compagnia del Paiolo. Dal 2006 collabora anche con la Galleria Frosecchi di Firenze, che invita l’artista a partecipare a varie collettive tra cui l’Artefiera di Firenze (2007), la Fiera di Parma (2007) e la Fiera di Genova (2008), prima di organizzarle la personale “Figure, fiori, frutta” nei propri spazi. Nel 2010 è stata invitata a partecipare alla rassegna itinerante “50 Artisti toscani per 50 cantanti toscani”. Socia ANLA, nel 2011 ha partecipato alla VIII rassegna “Il sacro nell’Arte” presso la Basilica della Santissima Annunziata, Firenze, alla manifestazione “Libera fantasia” patrocinata da ANLA e Rotary, oltre alle collettive presso l’Antica Compagnia del Paiolo, il Consiglio Regionale della Toscana e la Galleria Mentana.
Ha ottenuto riconoscimenti nell’ambito del Premio Calindri (2001), del Premio Firenze (2001) e del Premio Italia (2002).
Del suo lavoro hanno scritto: Luciano Artusi, Ugo Barlozzetti, Patrizio Borella, Lia Bronzi, Sauro Cavallini, Carlo Cinelli, Eleonora d’Aquino, Vittorio Esposito, Vera Giammacci, Giuseppe Leo, Pier Francesco Listri, Nicola Nuti, Tommaso Paloscia, Daniela Pronestì, Sonia Salsi, Rodolfo Tommasi, Ferruccio Ulivi.